Secondo le Nazioni Unite, durante il 2020 sono state commesse violazioni contro circa 19.379 bambini in 21 conflitti. Tra queste violazioni, la più comune è il loro reclutamento come soldati. Più di 8.500 bambini sono stati impiegati sul campo di battaglia l'anno scorso in vari conflitti in tutto il mondo e quasi 2.700 sono stati uccisi, secondo la dichiarazione dell'ONU.
L'escalation del conflitto, gli scontri armati e l’inosservanza del diritto internazionale umanitario e del diritto internazionale dei diritti umani hanno avuto un grave impatto sulla protezione dei bambini. Il rapporto annuale del capo delle Nazioni Unite Antonio Guterres al Consiglio di Sicurezza sui bambini e i conflitti armati riguarda l'uccisione, la mutilazione e l'abuso sessuale dei bambini, il rapimento o il reclutamento, la negazione dell’accesso agli aiuti e l'attacco a scuole e ospedali che si sono verificati lo scorso anno. Il rapporto afferma che il maggior numero di violazioni è stato perpetrato in Somalia, Repubblica Democratica del Congo, Afghanistan, Siria e Yemen. Principalmente, ha verificato che il maggior numero di violazioni è dato dal reclutamento in guerra: infatti, 8.521 bambini sono stati arruolati come soldati lo scorso anno, mentre altri 2.674 bambini sono stati uccisi e 5.748 feriti in vari conflitti. Inoltre, il rapporto afferma che queste violazioni colpiscono in modo diverso i ragazzi e le ragazze. Mentre l'85 per cento dei bambini arruolati negli eserciti erano maschi, il 98 per cento delle violenze sessuali è stato perpetrato contro le bambine. Ancora oggi il reclutamento è un fenomeno comune in molti paesi in conflitto: Albawaba ha affermato che in Yemen migliaia di bambini sono stati reclutati dalla scuola, spesso con la forza, e mandati a combattere come attaccanti di prima ondata, con lo scopo di logorare le forze filogovernative prima che combattenti più esperti attacchino.
Al fine di incoraggiare l'azione dei Paesi su questa situazione, il rapporto delle Nazioni Unite include anche una lista nera destinata a disonorare le parti in conflitto nella speranza di spingerle ad attuare misure per proteggere i bambini. Nonostante le statistiche sorprendenti, il rapporto mostra progressi concreti nei dialoghi con le parti in guerra in Afghanistan, Repubblica Centrafricana, Nigeria, Filippine, Sud Sudan e Siria.
Fonti:
https://www.reuters.com/world/more-than-8500-children-used-soldiers-2020-un-2021-06-21/
https://www.un.org/ga/search/view_doc.asp?symbol=S/2021/437&Lang=E&Area=UNDOC
Autore: Jasmina Saric; Editor: Gianpaolo Mascaro