Genere, salute mentale e resilienza a rischio per le donne colombiane

Una donna resiliente durante la guerra civile in Colombia Una donna resiliente durante la guerra civile in Colombia © Ivàn Valencia su Elizabeth Avedon Journal

Questo articolo è una presentazione del rapporto di BMJ Global Health che esamina genere, salute mentale e resilienza delle donne nella guerra colombiana

BMJ Global Health è una rivista gratuita e online che raccoglie contenuti di alta qualità sulla salute globale da parte di decisori politici, finanziatori, ricercatori e lavoratori. In questo rapporto, il BMJ Global Health Journal conduce delle ricerche per esaminare il genere, la salute mentale e la resilienza delle donne sfollate durante la guerra civile in Colombia. Lo scopo di questo studio è quello di analizzare tali questioni attraverso le esperienze di vita delle donne colombiane. 

La guerra civile colombiana è scoppiata nel XIX secolo a causa delle disparità socioeconomiche e politiche. Ad oggi, 8 milioni di persone sono sfollati interni (IDP), e si registrano circa 262.619 morti. In particolare, le donne soffrono l'oppressione, gli abusi e ogni altra forma di violenza. Questo provoca non solo disturbi psicologici e mentali, ma anche vittimizzazione. Pertanto, la salute mentale è ad alto rischio per le donne sviluppando una delle maggiori problematiche degli IDP. Molti esperti esortano quindi a intervenire per riposizionare l’individuo al centro. E’ necessario sottolineare tuttavia che non tutte le vittime sviluppano disturbi mentali. Molte riescono a reagire attraverso un atteggiamento resiliente. Gli studi passati non hanno esaminato a fondo il concetto di resilienza, che è diventato invece l’obiettivo principale del rapporto in questione. Lo studio infatti ha condotto le proprie ricerche partendo dalle seguenti domande: in che modo le esperienze delle donne nel conflitto definiscono la lotta e la sopravvivenza nelle proprie vite? Come questo si relaziona con la difficoltà, da un lato, e con la possibilità, dall’altro, di auspicare a una buona salute mentale e al benessere?

Questo rapporto fa parte del progetto PAR (participatory action research) che mira a sostenere le comunità nello sviluppo di un ambiente favorevole alla salute mentale. Il progetto è stato realizzato in collaborazione con l'Universidad de La Sabana, il Centro Nacional de Memoria Histórica, e R.A. Burgess. Il metodo PAR comprende cinque fasi: la sistematizzazione dell'esperienza, l'analisi collettiva e la problematizzazione, la riflessione e la scelta di un'azione, la realizzazione e la valutazione dell'azione e la sistematizzazione dell'apprendimento. Lo studio, condotto presso il dipartimento di Cundinamarca, nella provincia di Sabana Centre, si focalizza sulla fase di sistematizzazione dell’esperienza. Ciò significa che la metodologia utilizzata si basa su colloqui riguardanti storie di vita (LH) vissuta in prima persona da parte di sette donne sfollate, appositamente selezionate per la ricerca. Sono donne che hanno vissuto in Colombia in un arco di tempo che va dai tre ai dieci anni. I colloqui sono stati svolti in 18 sessioni per un totale di 36 ore di conversazione. A seguito delle interviste, sono stati identificati i seguenti fattori: da un lato, gli elementi di difficoltà e dall’altro le strategie di sopravvivenza. I primi sono stati presi in esame portando a due strutture concettuali. La prima riguarda l’adozione di una prospettiva latino-femminista per approfondire la questione, poiché la documentazione sulla sopravvivenza delle donne è limitata. La seconda prevede la messa in atto del quadro di resilienza di Skovdal e Daniel, in cui la resilienza è il fattore principale dell’economia politica, delle comunità e delle famiglie. Per garantire un’interpretazione fedele dei fatti, i colloqui sono stati condotti nella lingua ufficiale di queste donne e successivamente tradotti in inglese. A seguito delle discussioni, gli esperti hanno definito due tematiche principali; la prima riguardante il conflitto e le conseguenze relative al benessere emotivo delle donne. La seconda risponde invece alle conseguenze emotive della violenza e alle strategie per affrontare le sfide.

In ultima analisi, il rapporto pone l’attenzione sui fattori che determinano le difficoltà emotive delle donne sfollate in termini di dinamiche temporali e di genere. Dalla ricerca ne è risultato che, come in altri studi, lo sfollamento è permanente. Tuttavia, il valore aggiunto della ricerca consiste in due aspetti: la continuità del dislocamento e la varietà delle motivazioni dietro sfollamento. La ricerca sottolinea infatti che questa instabilità influisce principalmente sul benessere delle donne in termini di salute mentale e difficoltà emotive. Per sopperire a tali problematiche, il rapporto formula alcune raccomandazioni a sostegno delle donne. Ad esempio, è necessario incrementare la conoscenza di servizi sulla salute mentale e delle pratiche di guarigione, promuovere la coscienza critica, identificare gli spazi e costruire sui punti di forza locali, ma anche stabilire collegamenti con i settori pubblico e privato per garantire uno sviluppo economico e sociale stabile. Il rapporto, infine, mette in risalto il fatto che da un lato le donne sono protagoniste della propria vita; ma dall’altro sono anche costantemente minacciate dalla violenza di genere. La salute mentale deve essere dunque preservata per favorire alle donne sfollate una vita dignitosa e la capacità di affrontare le difficoltà emotive e i disturbi psicologici. 

 

Per saperne di più, visita:

https://gh.bmj.com/content/bmjgh/6/10/e005770.full.pdf 

https://gh.bmj.com   

 

Autore: Valentina Di Carlantonio

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