In un report pubblicato il 22 luglio 2024, UNICEF (United Nations International Children’ Emergency Fund) denuncia che la guerra anti-Hamas portata avanti da Israele nei territori palestinesi occupati sta continuando a causare una mattanza di bambini, confermando la gravità degli allarmi lanciati negli ultimi mesi dai principali osservatori internazionali.
Nel report, UNICEF riscontra che, a partire dallo scoppio della guerra – lo scorso 7 ottobre – sono stati 143 i bambini uccisi a West Bank, il territorio palestinese occupato (TPO) ad Est di Israele. La quota segna un incremento del 250% rispetto ai nove mesi precedenti, e non include gli altri 440 bambini che sono stati feriti per cause direttamente legate al conflitto. Inoltre, come riportato anche da Vatican News i numeri in questione sono di gran lunga peggiori nella Striscia di Gaza, dove sono state 7.797 le vittime infantili registrate insieme ad innumerevoli feriti.
Già prima del 7 ottobre – spiega Catherine Russell, Direttrice Esecutiva di UNICEF – per anni i bambini dei TPO sono stati sottoposti a “violenze orribili” a causa dell’occupazione israeliana. Insieme al resto della popolazione, i bambini hanno sofferto quotidianamente una vita piena di privazioni – dai limiti alla libertà di circolazione a stringenti razionamenti dei beni primari e così via – subendo una pressione psico-fisica schiacciante.
Con l’intensificarsi della crisi nella Striscia poi - continua Russell - la situazione è drasticamente peggiorata. Fin dall’inizio delle operazioni, Tel Aviv ha affidato la sua campagna antiterroristica ad una incessante attività militare, del tutto disinteressata nel salvaguardare i civili dall’evolversi delle ostilità. Di conseguenza, l’impatto della guerra sui civili è ulteriormente aumentato, e la presenza di vittime infantili è diventata una costante del conflitto. Così come a Gaza, ormai si riscontrano regolarmente vittime in tutta l’area del West Bank – in almeno 10 governatorati su 11 – e le notizie di bambini arrestati e detenuti senza motivo dall’esercito israeliano (IDF), o addirittura colpiti a vista per le strade, sono all’ordine del giorno.
Purtroppo, il report di UNICEF è soltanto l’ultimo dei numerosi allarmi lanciati circa le attuali condizioni di vita dei bambini palestinesi da parte degli osservatori internazionali. Già ad inizio aprile scorso per esempio, Human Rights Watch (HRW) ha denunciato l’impatto bellico sui bambini conseguito all’avvio della massiccia offensiva israeliana a sud di Gaza City e verso Rafah. Nel testo, HRW non solo ha sottolineato le pesanti ripercussioni sui bambini derivate dall’ampio uso israeliano di armi pesanti e di bombardamenti a tappeto durante l’offensiva, ma ha anche evidenziato l’esistenza di una vera e propria strategia di strumentalizzazione della violenza da parte dell’IDF atta a stremare la popolazione, definendo “criminale” la guerra portata avanti da Tel Aviv.
Sempre in aprile invece, The Guardian ha pubblicato un lungo articolo contenente uno spaccato del conflitto raccontato attraverso le esperienze dei medici impegnati sul campo nella cura dei civili. Contrariamente rispetto a quanto affermato più volte dal Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu - il quale ha sempre respinto con fermezza ogni accusa di negligenza militare e ha definito l’IDF “l’esercito più morale del mondo” - The Guardian descrive una storia molto diversa. L’articolo infatti contiene le testimonianze di numerosi medici che si sono definiti scioccati dalla quantità di bambini feriti da soccorrere quotidianamente in Palestina e dalla tipologia delle loro ferite. I dottori hanno testimoniato ai giornalisti la presenza di un gran numero di bambini vittime di ferite da arma da fuoco singole e localizzate in punti vitali del corpo, con fori prodotti chiaramente da munizionamento di grosso calibro del tipo di quello usato dai fucili di precisione.
Appare evidente che per i bambini di Gaza e West Bank la situazione è insostenibile. Parafrasando nuovamente le parole di Catherine Russell, il vero costo della violenza della guerra in Palestina sarà misurato dalle perdite infantili: dalle morti, certo, ma anche dalle vite che saranno marchiate per sempre da tutte queste atrocità. Insieme a molte altre organizzazioni internazionali ed esponenti di massimo spicco della politica mondiale, UNICEF chiede un’immediata cessazione delle ostilità.
Per saperne di più:
- https://reliefweb.int/report/occupied-palestinian-territory/child-casualties-west-bank-skyrocket-past-nine-months-enar
- https://www.vaticannews.va/en/world/news/2024-07/unicef-un-child-casualties-west-bank-pope-gaza-ceasefire.html
- https://www.ohchr.org/en/press-releases/2024/02/israelopt-un-experts-appalled-reported-human-rights-violations-against
- https://www.hrw.org/news/2024/04/09/gaza-israels-imposed-starvation-deadly-children#:~:text=%E%80%9CThe%20 Israeli%20 government's%20use%20of,reach%20all%20 of%20 Gaza%20 unhindered.%E2%80%9D
- https://www.theguardian.com/world/2024/apr/02/gaza-palestinian-children-killed-idf-israel-war
di Leonardo Guidi