PROTEZIONE DEI CIVILI 2022: standard di protezione dalle armi esplosive

Bandiera delle Nazioni Unite Bandiera delle Nazioni Unite Andrea Izzuto via Shutterstock

Questo è un breve report sul side event sull'uso di armi esplosive nelle aree popolate (EWIPA).

Il 26 maggio, durante il quarto giorno della PoC Week, rappresentanti di Cile, Nuova Zelanda, Austria, Human Rights Watch, OCHA, ICRC e INEW si sono incontrati per discutere la protezione dei civili dall'uso di armi esplosive nelle aree popolate. L'incontro si è concentrato sulla discussione delle ripercussioni delle armi esplosive nelle regioni popolate sulla sicurezza civile. In particolare, è stato sottolineato che i civili durante i conflitti armati sono costantemente in pericolo di morte o di essere gravemente feriti, mentre i danni e la distruzione delle abitazioni e delle infrastrutture essenziali, come ospedali e scuole, causano ancora più danni e ha conseguenze a lungo termine per le comunità e il loro benessere. I casi specifici di Ucraina, Gaza ed Etiopia sono stati poi analizzati per fornire esempi concreti.

L'incontro è stato presieduto dall'Ambasciatore. Alexander Marschik, Rappresentante Permanente dell'Austria presso le Nazioni Unite, che ha introdotto la discussione sottolineando che il terribile pericolo umanitario causato dalle armi esplosive è un problema ormai costante e sia gli Stati che le organizzazioni devono affrontarlo. La sua dichiarazione è stata seguita da quella dell'Incaricato agli Affari del Cile, René Ruidiaz; il punto più importante che ha sottolineato riguarda i sopravvissuti agli attacchi di armi esplosive che hanno bisogno di supporto specifico, in quanto spesso affrontano disabilità e traumi. Inoltre, il Sig. Ruidiaz ha ribadito l'impegno del Cile sul sostegno di PoC e sulla condivisione di nuove pratiche.

Dopo queste dichiarazioni introduttive, la discussione è stata aperta e il primo intervento è stato fatto da Rich Weir, ricercatore nella divisione Crisi e Conflitti di Human Rights Watch, il quale stava intervenendo dall'Ucraina dove sta attualmente lavorando. Weir ha affermato che la devastazione causata dalle armi esplosive è visibile in ogni area e città in Ucraina, da Kiev a Mariupol i danni sono innegabili e continui. Nella regione del Donbass, dove sono stati distrutti diversi appartamenti, scuole e ospedali, i medici hanno descritto le atrocità commesse sui civili, compresi i bambini. Inoltre,è possibile osservare l'estensione di questi danni grazie alla presenza di video e foto che documentano l'uso di armi esplosive da parte dell'esercito russo. Weir ha continuato analizzando la situazione a Gaza, dove le infrastrutture civili sono fortemente danneggiate, e in Etiopia dove HRW sta documentando numerose morti di civili causate da armi esplosive. 

La parola è stata poi passata ad Aurelien Buffler Senior Policy Advisor nella sezione Policy Development and Studies dell'Ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento degli affari umanitari (OCHA), che ha spiegato come OCHA sia impegnata sulla PoC. In primo luogo, ha sottolineato che negli attacchi con armi esplosive, il 90% delle vittime sono civili, ed è necessario considerare non solo l'impatto immediato sulla popolazione, ma anche gli impatti a lungo termine, che durano per anni, anche decenni. A questo proposito, OCHA chiede il pieno impegno degli Stati e un migliore coordinamento tra loro; per migliorare questo aspetto, OCHA sta usando la sua posizione vicina al Consiglio di Sicurezza per garantire la discussione sull'EWIPA tra i membri dell'ONU. Dopo, Laura Boillot, Coordinatrice dell’International Network on Explosive Weapons (INEW), ha parlato dell'importanza di raccogliere dati sui danni ai civili causati da armi esplosive. La raccolta dei dati è fondamentale per identificare le vittime e aiuta la comunità internazionale a sviluppare strategie per la protezione dei civili. Sottolinea inoltre la necessità di coinvolgere la società civile nella raccolta dei dati. 

Infine, Eirini Giorgou, consulente legale dell'Unità di Armi e Condotta delle Ostilità del CICR, ha introdotto quattro misure per prevenire e mitigare gli effetti delle armi sui civili: in primo luogo, gli Stati devono riconoscere i rischi di queste armi; in secondo luogo, la protezione dei civili deve essere la loro priorità; in terzo luogo, devono introdurre politiche e pratiche per proteggere i civili; per ultimo, ci sono alternative a queste armi che riducono al minimo gli effetti sui civili. Le seguenti dichiarazioni dei rappresentanti dei paesi presenti hanno sottolineato l'impegno di questi ultimi nella protezione dei civili.

In conclusione, è stato affermato che i cambiamenti nelle politiche e nelle pratiche militari sono fortemente necessari e che sono auspicabili anche nuove linee guida per gli operatori umanitari.

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