I conflitti urbani armati hanno conseguenze terribili sulle popolazioni più vulnerabili. Sono i civili innocenti a raccogliere ciò che leader e aggressori stranieri seminano. In altre parole, sono vittime di distruzione, morte ed estrema povertà, che per generazioni costituiscono un pesante ostacolo al raggiungimento di una qualità di vita dignitosa.
L’inizio del nuovo decennio è stato caratterizzato dal continuo estendersi di incessanti conflitti urbani e armati. L'aumento della popolazione nelle aree urbane impoverite, insieme alla difficoltà di isolare i civili innocenti dagli obiettivi militari, dipinge un quadro tetro del futuro. Non si arresta la perdita di vite umane in aree densamente popolate, anche in conflitti che prevedono l’impiego di armi moderne. Per questo motivo, la Tavola Rotonda organizzata dall'Istituto Internazionale del Diritto Umanitario, ha voluto affrontare il tema del declino del fattore umano nei conflitti armati.
Durante la discussione, il direttore del Centro per i Civili in Conflitto, Sahr Muhammedally, ha sottolineato la necessità di implementare un ciclo di vita "completo di mitigazione dei danni civili". Questo viene definito come un piano che avrebbe a che fare con le decisioni e le azioni militari di tutti gli attori armati coinvolti in un conflitto. Inoltre, cercherebbe di fornire orientamenti su questioni fondamentali inerenti "lo sviluppo di missioni/mandati, l’uso dell'orientamento della forza, l’addestramento basato su scenari, l’esecuzione tattica, la raccolta di informazioni, la scelta delle munizioni, la valutazione pre e post-attacco, e l’apprendimento e l’adattamento alla cultura locale."
Il nuovo piano globale faciliterebbe una strategia militare meglio organizzata, nella speranza di proteggere i civili innocenti coinvolti in conflitti interstatali/interni. Pertanto, uno dei principali obiettivi della strategia sarebbe quello di creare un partenariato congiunto, attraverso il collegamento di valutazioni post-operatorie sia di rischio che militari, al fine di salvare vite umane. Ciò garantirebbe il rispetto della legge umanitaria internazionale e il monitoraggio delle vittime civili da parte degli attori armati. Purtroppo, sono questi dati sui decessi che vengono spesso trascurati, con la conseguente mancata assunzione di responsabilità. Muhammedally ha concluso il suo discorso sottolineando la necessità di un piano d'azione globale che riduca le sofferenze umanitarie e consolidi le leggi preesistenti a protezione dei diritti umani in tutto il mondo.
Per saperne di più:
https://www.icrc.org/en/Sanremo-43rd-round-table-urban-warfare
Autore: Sergio Gomez; Editor: Aleksandra Krol; Traduzione: Simona Smacchi