Per le donne e le ragazze coinvolte in conflitti, il divario tra il progresso globale e la realtà delle loro vite si è ampliato negli ultimi 25 anni. Inoltre, la crisi di Covid-19 ha ulteriormente sconvolto la vita delle donne e delle ragazze nelle zone di conflitto e ha reso ancora più urgente l'adozione di misure per garantire l'uguaglianza di genere.
Per molte donne e ragazze che vivono in contesti critici come quelli in cui opera l'International Rescue Committee (IRC), gli svantaggi di genere iniziano alla nascita. In alcuni paesi, i bambini non sono registrati alla nascita e senza i documenti giusti diventa più difficile accedere ai servizi di base come l'istruzione e l'assistenza sanitaria. Per le bambine, la situazione è aggravata dall'alto rischio di matrimonio infantile, che diventa più difficile da prevenire quando non è possibile dimostrare la loro età a causa dell'assenza di un certificato di nascita.
Le donne e le ragazze nelle zone di conflitto sono vittime di molte disuguaglianze e le norme di genere le rendono più vulnerabili. Per di più, sono troppo spesso trascurate dalle azioni delle istituzioni internazionali. L'IRC sostiene che la violenza di genere deve essere affrontata come una crisi causata dall'uomo e che le voci delle donne devono essere ascoltate dalla progettazione del programma ai negoziati di pace. Per fare ciò, propone un approccio femminista per prendere sul serio le strutture di potere e per rimuovere gli squilibri di potere nei programmi umanitari.
Per saperne di più:
https://www.rescue.org/resource/international-rescue-committees-gender-action-plan
Autore: Carla Pintor