In Ciad, una rifugiata della Repubblica Centrafricana mantiene viva la speranza

Donna africana mentre cucina Donna africana mentre cucina © Photo by USO on iStock

A causa dei continui combattimenti tra le forze governative e i gruppi ribelli nella Repubblica Centrafricana, Zara e i suoi quattro figli hanno camminato per un giorno per arrivare vicino al confine con il Ciad.

Una volta lì, Zara, 30 anni, ha attraversato il confine con il Ciad ed è arrivata al campo profughi di Doholo, nella città di Choda: "Avevo dei risparmi che ho portato con me grazie ai dolci che vendevo nel mio paese", ha detto Zara: “Avevo bisogno di fare qualcosa per coprire i bisogni dei miei figli, dar loro da mangiare, vestirli. Devo dare loro un futuro migliore, anche se siamo in esilio […] Ora preparo delle ciambelle da vendere, così da poter badare ai miei figli”

I combattimenti sono scoppiati nella Repubblica Centrafricana nel 2013, dopo che i ribelli hanno cacciato il presidente Francois Bozize. Da allora, il paese ha subito violenze devastanti che hanno costretto quasi 1.5 milioni di persone a fuggire e a cercare rifugio nei paesi vicini come il Ciad, il Camerun e la Repubblica Democratica del Congo.

Secondo l'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR), 221.694 rifugiati centrafricani vivono attualmente nella Repubblica Democratica del Congo. Tuttavia, solo il 26% di questi rifugiati vive nei quattro campi profughi gestiti dall'UNHCR nella provincia settentrionale e meridionale di Ubangi; infatti la maggioranza vive sulle rive dei fiumi in zone di confine difficilmente raggiungibili, spesso all'interno di comunità ospitanti con risorse limitate. Le loro condizioni di vita sono molto precarie: spesso hanno poco o nessun accesso all'acqua pulita, alle strutture igienico-sanitarie o al cibo.

 

Fonti:

https://www.unhcr.org/news/stories/2021/4/60633e4d4/chad-central-african-refugee-keeps-hope-alive.html

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