Cos'è il commercio di armi?
Per una serie di ragioni, non esiste una risposta diretta alla definizione di commercio di armi, principalmente perché non esiste una definizione concordata a livello globale della parola "arma”, in secondo luogo perché non esiste un accordo comune su quali tipi di attività costituiscono il commercio di armi, e in terzo luogo a causa della mancanza di apertura e trasparenza da parte di molti fornitori e destinatari di armi riguardo al valore e al volume delle loro esportazioni e importazioni di armi, il che rende difficile riferire dati accurati.
Tuttavia, il commercio di armi si può genericamente definire come il trasferimento nazionale o internazionale di diversi tipi di armi e munizioni, generalmente da un paese (sponsor) a un altro.
Che impatto ha sulla popolazione civile?
C'è sempre un terribile costo umano causato da un commercio globale scarsamente regolamentato
delle armi convenzionali, e il suo effetto può essere riscontrato in una varietà di crimini: nell'uccisione, nel ferimento e nello stupro di civili - compresi i bambini - e nella perpetrazione di altre gravi violazioni del diritto internazionale umanitario e dei diritti umani, nello sfollamento delle personeall'interno e oltre i confini e nel sopportare un'estrema insicurezza e difficoltà economiche da parte di persone colpite dalla violenza armata.
I trasferimenti di armi non regolamentati possono destabilizzare la sicurezza in una regione, contribuire alla violazione degli embarghi sulle armi del Consiglio di Sicurezza e causare uno sconveniente effetto domino.
Cosa sta facendo la comunità internazionale al riguardo?
Gli Stati hanno la responsabilità primaria dell'applicazione della regolamentazione delle armi e del controllo delle attività degli intermediari e dei commercianti di armi che operano dal loro territorio nazionale o sono registrati presso le loro autorità nazionali. Tuttavia, diverse organizzazioni internazionali contribuiscono al monitoraggio del commercio di armi. Nel 2003, la Control Arms Coalition è stata istituita per sostenere una migliore regolamentazione del commercio lecito di armi, un primo importante passo per ridurre il commercio illegale. Quest’ultima ha contribuito a fare pressioni sull'Assemblea Generale delle Nazioni Unite per avviare i negoziati sul Trattato sul commercio di armi, che è stato adottato nel 2013 da 110 paesi, inclusi diversi stati legalmente esportatori. Il Trattato regola il trasferimento di armi convenzionali che vanno da armi leggere e di piccolo calibro a carri armati, aerei da combattimento e navi da guerra. Obbliga gli Stati parti a valutare i rischi delle esportazioni di armi proposte e a non autorizzare i trasferimenti se i rischi non possono essere mitigati. Il Trattato proibisce espressamente i trasferimenti di armi che uno stato parte sa sarebbero utilizzate per commettere genocidi, crimini contro l'umanità, crimini di guerra e gravi violazioni dei diritti umani.
Fonti:
https://humanitariandisarmament.org/issues/arms-trade/
https://www.un.org/disarmament/about/
https://www.armscontrol.org/act/2010-07/international-arms-trade-difficult-define-measure-control
https://www.globalissues.org/issue/73/arms-trade-a-major-cause-of-suffering
https://www.iapss.org/wp-content/uploads/2014/10/25_Volume-29.pdf
Author: Benedetta Spizzichino; Editor: Francesca Mencuccini