La Libia esortata a chiudere i centri di detenzione per migranti

Migranti che chiedono aiuto in un centro di detenzione  Migranti che chiedono aiuto in un centro di detenzione UNICEF/Romenzi

06 luglio 2020

Le Nazioni Unite (ONU) chiedono ancora il rilascio dei migranti e la chiusura dei disumani centri di detenzione

Un anno fa, il 2 luglio 2019, si è verificato uno degli incidenti più gravi dall'inizio dell'offensiva su Tripoli nell'aprile 2019. Il centro di detenzione di Tajoura è stato colpito da un attacco aereo che ha causato la morte di 52 migranti e 87 feriti. La Missione di sostegno dell'ONU in Libia (UNSMIL) ha reiterato la richiesta di chiudere i centri di detenzione per migranti nel primo anniversario dell'attacco, sottolineando la necessità di liberare i migranti e i richiedenti asilo, fornendo loro protezione e assistenza. Con la diffusione del COVID-19, le condizioni di salute vulnerabili dei richiedenti asilo e dei migranti detenuti sono ulteriormente peggiorate.

Secondo l'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR), 5.049 rifugiati e migranti sono stati registrati come salvati/intercettati in mare dalla Guardia Costiera libica e riportati in Libia, fino al 1 luglio 2020. Il giorno dopo, altri 260 rifugiati provenienti da Bangladesh, Mali, Sudan e Somalia sono stati sbarcati a Tripoli.

L'UNSMIL è preoccupata per il fatto che oltre 5.000 migranti e richiedenti asilo intercettati in mare nel 2020 siano stati riportati in Libia, spesso in centri di detenzione controllati dalle autorità libiche. Attualmente, in Libia sono presenti 11 centri di detenzione per migranti gestiti dal Governo di Accordo Nazionale sostenuto dall'ONU, e al 3 luglio 2020, risulta che un totale di 2.362 persone siano trattenute in queste strutture. Inoltre, sono attive anche molte strutture non ufficiali, le cui attività sono poco note. Quasi ogni giorno emergono testimonianze sulle  condizioni disumane all'interno dei campi. Secondo un rapporto dell'Onu pubblicato nel 2018, i rifugiati e i migranti provenienti da tutta l'Africa, che attraversano la Libia e poi il Mediterraneo, sono soggetti a lavori forzati, sparizioni forzate, torture e violenze sessuali. Inoltre, la fame, i pestaggi e le elettroesecuzioni sono pratiche frequenti all'interno di bande di trafficanti e milizie per estorcere denaro alle famiglie dei migranti.

 

Per saperne di più:

https://www.albawaba.com/news/will-libya-consider-shuttering-migration-detention-centers-1366750

https://reliefweb.int/report/libya/one-year-anniversary-bloody-attack-tajoura-detention-centre-un-renews-its-call-closure

https://reliefweb.int/sites/reliefweb.int/files/resources/UNHCR%20Libya%20Update%203%20July%202020.pdf

https://unsmil.unmissions.org/one-year-anniversary-bloody-attack-tajoura-detention-centre-un-renews-its-call-closure-migration

 

Autore: Barbare Caltabiano; Editor: Gianmarco Italia 

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