L’agenda internazionale donne pace sicurezza e il PAN italiano: quale ruolo per la società civile?

Le relatrici del Convegno Le relatrici del Convegno Centro Studi Difesa Civile

Quale ruolo ha la società civile, in particolare le donne, nei processi di costruzione e mantenimento della pace?

Il 13 aprile, presso la Casa Internazionale delle Donne a Roma si è tenuto l’incontro sul tema “L’agenda internazionale “Donne, pace sicurezza e il PAN italiano: quale ruolo per la società civile?”, con l’intento di rispondere a questo quesito.

La conferenza, inaugurata da Luisa Del Turco, direttrice del Centro Studi Difesa Civile, ha trattato gli aspetti principali del PAN riguardanti il ruolo delle donne nella promozione e nel mantenimento della pace e dei diritti umani nelle aree di conflitto e post conflitto. Oggetto della conferenza è stata, inoltre, la Risoluzione 1325 “Donne Pace Sicurezza” del Consiglio di Sicurezza dell’ONU e la capacità di questa di implementare le strategie e la collaborazione tra organizzazioni delle donne e organizzazioni internazionali, fautrici di queste politiche.

E’ intervenuta  per prima Sara Ballardini, membro del Peace Brigades International Italia, che ha messo in luce l’importanza del ruolo delle donne come di mediatrici e difensore della pace in situazioni di conflitto. portando testimonianza di numerosi casi di violenze proprio nei confronti delle attiviste.

A seguire, Simona Lanzoni della Fondazione Pangea, e Augusta Angelucci, Senior Gender Advisor hanno portato ulteriori importanti testimonianze dirette dell’azione svolta dalle donne nei paesi colpiti da conflitti armati con contesti sociali difficili come Afghanistan e Ruanda, dove le donne rivestono

ancora ruoli secondari rispetto agli uomini o dove assistiamo ad una forte divisione sociale nel campo dei diritti umani fondamentali e del loro godimento da parte delle donne. In questi contesti, le attiviste hanno avuto un ruolo primario di dialogo e mediazione tra le parti in campo.

Mao Valpiana, rappresentante del Movimento Nonviolento, ha posto l’accento sull'azione non violenta come risposta alla violenza ed ha sottolineato  come nella soluzione di conflitti internazionali e non, come la Grande Guerra, le donne abbiano sempre avuto un ruolo determinante nei processi di pace.

L’intervento del Presidente del CIDU, il Ministro Fabrizio Petri ha, invece, evidenziato che la Risoluzione 1325 è esempio di forte contributo da parte dell’Italia ad accrescere l’impegno delle Autorità italiane nell’attuazione delle Risoluzioni del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, in materia di Donne, Pace e Sicurezza. Il Piano di azione nazionale italiano (PAN) 2014-2016, infatti, valorizza la crescente importanza ed incidenza che la tematica in questione sta assumendo in ambito sia internazionale, sia nazionale. L’Italia si è impegnata a rafforzare le azioni volte prevenire e rispondere alla violenza di genere in contesti di conflitto promuovendo, al contrario la parità, l’empowerment e la partecipazione delle donne in tutti i settori della vita.

Per finire, Silvia Stilli, Presidente della Associazione delle Organizzazioni Italiane di Cooperazione e Solidarietà Internazionale, ha lanciato un monito importante: non bisognerebbe tanto parlare di valore aggiunto della società civile, quanto piuttosto ricordarne la responsabilità che essa possiede nell’ambito dei processi di pace.

Quindi, qual è il valore aggiunto della società civile? È un ruolo necessario, che avrà il meritato riconoscimento solo se ciò si comprenderà a pieno e verrà mantenuto e fortificato il network tra organizzazioni ed istituzioni per dare, a chi è impegnato in questo campo, voce e la reale possibilità di agire.

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