Guerra in Ucraina: come giudicare i crimini commessi

 Una donna scatta una foto ad un palazzo residenziale distrutto a Kramatorsk, Ucraina. Una donna scatta una foto ad un palazzo residenziale distrutto a Kramatorsk, Ucraina. © Yasuyoshi Chiba, AFP

Questo è un riassunto di un report dell'International Center for Transitional Justice (ICTJ) sulla responsabilità dei crimini nella guerra in Ucraina.

A febbraio 2023, il International Center for Transitional Justice (ICTJ) ha pubblicato un report intitolato "Riflessioni sulla responsabilità centrata sulla vittima in Ucraina", scritto da Kelli Muddell e Anna Myriam Roccatello. Lo scopo del documento è quello di riportare e analizzare le numerose iniziative intraprese dalle autorità ucraine e dai membri della comunità internazionale per indagare e perseguire i crimini di guerra e altre violazioni dei diritti umani commessi in Ucraina da quando la Russia ha invaso la nazione nel febbraio 2022. Nel fare questo, gli autori considerano i diversi strumenti giuridici disponibili per giudicare crimini di guerra e crimini contro l'umanità, ricordando che la responsabilità penale è solo una delle tante dimensioni della giustizia e che è necessario adottare un approccio diverso caso per caso per garantire un giudizio equo sui crimini commessi. In particolare, il report evidenzia i numerosi ostacoli che la comunità internazionale sta affrontando e sottolinea come i metodi della giustizia di transizione possano essere utilizzati insieme per dare giustizia alle vittime, gettando così le basi per un'Ucraina più inclusiva e democratica.

Nella prima parte, il report delinea da un punto di vista storico la situazione in Ucraina dal 2014 fino all'escalation del conflitto del 24 febbraio 2022. In questa parte gli autori trattano le questioni più rilevanti che si sono verificate in quegli anni: la Rivoluzione di Maidan nel 2014 e il successivo scoppio della guerra nella parte orientale del paese; l'annessione illegale della Crimea da parte della Federazione Russa e la violazione degli Accordi di Minsk da parte di entrambe le parti coinvolte; l'escalation delle tensioni nel 2021 e il fallito tentativo degli Stati Uniti di mediare la situazione; infine, nel febbraio 2022 Il presidente russo Vladimir Putin ha ordinato l'inizio di "un'operazione speciale" "per smilitarizzare e denazificare l'Ucraina e porre fine al presunto genocidio dei russi in territorio ucraino", invadendo formalmente il Paese. A questo punto le forze russe hanno immediatamente occupato le principali città dei Paesi, compresa la capitale, utilizzando armi esplosive e bombardando obiettivi sia civili che militari, il che rappresenta una violazione del principio fondamentale del Diritto Internazionale Umanitario (DIU) di distinzione tra gli oggetti colpiti, e l'immunità di quelli civili. Secondo i dati riportati nel documento diffusi dall'Ufficio dell'Alto Commissariato per i Diritti Umani, si stima che dall'inizio dell'invasione nel febbraio 2022 siano morti oltre 6.000 civili e più di 9.000 siano rimasti feriti. Tuttavia, si ritiene che i numeri siano significativamente maggiori. Sono stati arrecati danni significativi a infrastrutture cruciali e milioni di persone sono state costrette a lasciare l'Ucraina o trasferirsi in altre regioni della nazione, creando milioni di rifugiati e sfollati interni (IDP). In generale, le forze russe hanno gravemente violato la legislazione internazionale umanitaria e sui diritti umani, secondo l'ultimo rapporto della Commissione internazionale indipendente d'inchiesta sull'Ucraina (IICIU), istituita dal Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite nel marzo 2022. La commissione ha documentato attacchi indiscriminati contro civili e individui che cercano di lasciare il paese, uccisioni sommarie, torture, maltrattamenti, violenze sessuali e di genere (SGBV), detenzioni illegali, deportazioni forzate e bombardamenti di corridoi umanitari.

Successivamente, il report entra nel dettaglio degli strumenti giuridici a disposizione per il giudizio di questi reati. In primo luogo sottolinea che il conflitto in Ucraina rappresenta un nuovo scenario per l'applicazione della cosiddetta “transitional justice” e solleva alcune preoccupazioni circa la sua esecuzione. Per cominciare, la situazione in Ucraina è una guerra militare internazionale tra due stati, cosa non comune dopo la seconda guerra mondiale. Conseguentemente, da un punto di vista legale è un contesto più difficile da analizzare: gli esperti che hanno tradizionalmente perseguito tali misure e politiche si trovavano in un contesto di controversie interne. Inoltre, un altro punto da considerare è che la guerra in Ucraina è ancora in corso, quindi non è ancora possibile stabilire il numero esatto di vittime e violazioni.

Gli autori inoltre sottolineano l'importanza del multilateralismo e gli sforzi internazionali che la comunità internazionale sta compiendo per documentare i crimini commessi dall’esercito russo. Ad esempio, sottolineano come l'uso dei social media abbia aiutato la diffusione di informazioni e documentazione su violenze e crimini, insieme alle indagini sul campo attuate dall'ONU e da altre organizzazioni internazionali affiliate. Inoltre, membri della comunità legale internazionale hanno cercato modi per perseguire il reato di aggressione. Questo reato non è mai stato perseguito, creando "un buco nell'applicazione del diritto penale internazionale", secondo numerosi specialisti legali. Contrariamente ad altri crimini atroci delineati nello Statuto di Roma, la Corte Penale Internazionale (CPI) non può perseguire persone che non abbiamo un controllo diretto e ufficiale sulle azioni dello stato o dell’esercito. Il dibattito dunque su come giudicare l'invasione dell'Ucraina alla luce dei limiti giurisdizionali della CPI ha portato a una varietà di possibilità, tra cui le seguenti:

  • Un tribunale speciale internazionale o ibrido, per il reato di aggressione.
  • Un alto tribunale ucraino per i crimini di guerra basato sul sistema legale interno.
  • Un tribunale ibrido sotto gli auspici del Consiglio d'Europa.
  • Un modello di accusa per il reato di aggressione.
  • Un emendamento allo Statuto di Roma per consentire alla CPI di perseguire il reato di aggressione dopo l'autorizzazione dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite.

Nel complesso, il rapporto sottolinea non solo la difficoltà nell'istituzione di un vero e proprio organo legale, ma anche la raccolta di informazioni attendibili. Tuttavia, il punto più importante che viene evidenziato nella conclusione è che gli strumenti giuridici che verranno utilizzati per la responsabilità di questi crimini di guerra e crimini contro l'umanità, devono garantire un giudizio equo e giusto per le vittime e la ricostruzione di uno stato democratico e una situazione di pace.

 

Per saperne di più, vedi anche:

https://www.ictj.org/resource-library/reflections-victim-centered-accountability-ukraine

https://www.state.gov/supporting-justice-and-accountability-in-ukraine/

https://www.france24.com/en/europe/20230228-accountability-and-justice-gathering-digital-evidence-of-war-crimes-in-ukraine

 

di Alexia Tenneriello

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