Dopo un'esplosione di violenza da parte delle milizie armate appartenenti alle comunità arabe e dei Massaliti tra il 15 e il 18 gennaio, circa 183.000 civili sono stati sfollati. In soli tre giorni, questo numero ha superato quello dei civili sfollati in tutto il 2020. Secondo l'Ufficio delle Nazioni Unite per il Coordinamento degli Affari Umani (OCHA), circa il 60% della popolazione sfollata ha meno di 18 anni.
Il Sudan ha una lunga storia di civili sfollati e, secondo l'OCHA, nel 2020 ospitava ancora almeno 2,1 milioni di sfollati interni (IDPs). Questo numero rappresenta un enorme miglioramento rispetto all'inizio del 21° secolo, nel quale si è arrivati fino a 6,1 milioni di sfollati interni nel 2005.
I luoghi di sfollamento sono sovraffollati e privi di tutte le risorse di base necessarie a garantire uno standard di vita adeguato agli sfollati interni. Alexandra Bilak, direttrice del Centro di Monitoraggio dello Sfollamento Interno (IDMC), afferma che il Darfur è vicino al ricadere in un periodo di intensa violenza. Bilak ritiene che alle decine di migliaia di sfollati interni a causa delle milizie Janjawid non sarà permesso di tornare a casa tanto presto.
Questa ondata di maggiore violenza arriva dopo che il 31 dicembre 2020 è terminato il mandato della Missione congiunta delle Nazioni Unite e dell’Unione Africana in Darfur (UNAMID). Poco dopo è stato avviato il nuovo mandato della Missione Integrata di Assistenza alla Transizione in Sudan delle Nazioni Unite (UNITAMS), ma sta dimostrando ancora una volta di essere inefficace nel prevenire la violenza in Sudan.
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https://www.arabnews.com/node/1808246/world
Autore: Gabriella Pavlakis; Editor: Sitara Sandhu; Traduzione: Sara Martinelli
