Nei governatorati di Hudaydah e Taizz, si è assistito ad un'escalation di violenza. Dalla fine di settembre 4 civili sono morti a causa degli attacchi e altri 28 sono rimasti feriti, inclusi quattro uomini ed una ragazza nei villaggi di Al Manqam e Al Jariah. I combattimenti hanno anche distrutto alcune infrastrutture civili come la scuola di Al Thakafa e danneggiato il centro medico di Mandhar. Sabato 17 ottobre, Lise Grande, coordinatrice umanitaria delle Nazioni Unite in Yemen, ha condannato le uccisioni dichiarando che "l'innocente popolo yemenita continua a morire e a soffrire a causa di questa terribile guerra".
Lise Grande ha espresso le sue condoglianze alle famiglie delle vittime che oltre alla morte dei loro cari devono affrontare la carenza dei servizi di assistenza a causa dell'esaurimento dei fondi destinati agli aiuti umanitari e l'incombente carestia. Ha anche aggiunto che le parti che hanno imbracciato le armi hanno la responsabilità, legale e morale, di garantire la protezione dei civili e di assicurare che ricevano l'assistenza a cui hanno diritto. “Ci sono diverse soluzioni sul tavolo per porre fine ai combattimenti e passare al dialogo politico. Con la carestia che incombe e i fondi in esaurimento, le parti devono trovare la forza e il coraggio per dialogare ", ha concluso.
Colpito da anni di conflitto, diffusione di malattie, fallimento economico e collasso delle istituzioni pubbliche e dei servizi, lo Yemen rimane la peggiore crisi umanitaria del mondo. Oltre 24 milioni di yemeniti, inclusi 12,2 milioni di bambini, necessitano di assistenza e protezione umanitaria; inoltre il 69% dei distretti del Paese è ancora a rischio di carestia. Il finanziamento umanitario continua a diventare sempre più difficile poiché, a metà ottobre 2020 sono stati ricevuti solo 1,4 miliardi di dollari di assistenza a fronte dei 3,2 miliardi di dollari necessari.
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https://news.un.org/en/story/2020/10/1075662
Autore: Matthew Burgos; Traduzione: Silvia Luminati