COVID-19: peggiorano le condizioni nella Siria nord-orientale

Due uomini di fronte a un palazzo ad Aleppo ricevono la razione giornaliera del pane Due uomini di fronte a un palazzo ad Aleppo ricevono la razione giornaliera del pane People in Need

21 maggio 2020

Il nord-est della Siria affronta maggiori difficoltà alimentari, igienico-sanitarie ed economiche durante la pandemia del COVID-19

Il 21 maggio, il Comitato Internazionale della Croce Rossa (CICR) ha denunciato la situazione di crescente difficoltà nella Siria nord-orientale. Una settimana prima, anche una coalizione di oltre 100 Organizzazioni Non-Governative ha rilasciato una simile dichiarazione.

In questa area la situazione è preoccupante: il 64% dei circa 2.2. milioni di persone necessitano assistenza umanitaria. La popolazione nella Siria nord-orientale sta affrontando gravi difficoltà, come carenza di acqua, cibo e medicine, oltre alla mancanza di servizi igienico-sanitari basici. Ancora, la Lira Siriana si è svalutata con un record del 54%, influendo duramente sul potere di acquisto delle comunità locali. Il Programma Alimentare Mondiale (PAM) ha stimato che l’insicurezza alimentare sia aumentata da 7.9 a 9.3 milioni. Karim Mahmoud, capo dell’ufficio del CICR di Hassakeh, ha dichiarato: “Per i milioni di persone che vivono nel nord-est della Siria, le conseguenze degli scontri, la scarsità di acqua, cibo e medicine, la mancanza di elettricità, il declino economico con perdite di posti di lavoro e l’aumento dei prezzi sono tanto preoccupanti quanto il coronavirus, verosimilmente ancora di più adesso”.

Il CICR e la Mezzaluna Rossa araba siriana stanno distribuendo pacchetti alimentari, kit per coltivare verdure e taniche di acqua potabile per soddisfare i bisogni primari. Hanno anche attivato vari ospedali da campo e un centro di isolamento COVID-19 in Al Hol Camp, casa per più di 55.000 persone. Tuttavia, considerata la minaccia di un’epidemia COVID-19 dentro il campo densamente popolato, la necessità di assistenza media rimane urgente.

Purtroppo, nel Gennaio 2020 il Consiglio dell’Organizzazione delle Nazioni Unite ha chiuso due corridoi per la Siria, tra cui quello di Al-Yarubiya (Iraq). Si stima che il 40 percento di tutti gli aiuti medici inviati nella Siria nord-orientale passassero da qui. Gli Stati Uniti, il Regno Unito e la Francia hanno esortato la sua riapertura, mentre la Cina e la Russia hanno ripetutamente votato contro. Date le carenze mediche, un sistema sanitario fragile e le condizioni economiche in peggioramento in questa zona, il Segretario Generale dell’ONU Antonio Guterres ha avvertito: “Se non si troveranno delle alternative valide a Al-Yarubiah per il materiale medico, il gap tra risposta umanitaria e bisogni continuerà ad aumentare”.

Per saperne più, leggi:

https://www.icrc.org/en/document/north-east-syria-millions-dealing-sporadic-water-shortages-crippled-health-services

https://www.trtworld.com/perspectives/food-insecurity-and-the-crashing-syrian-pound-36650

https://reliefweb.int/sites/reliefweb.int/files/resources/final_covid-19_update_no._4.pdf

https://msf.org.au/article/project-news/conflict-and-coronavirus-tackling-covid-19-syria

https://www.interaction.org/blog/joint-ngo-statement-urgent-action-is-needed-by-the-un-security-council-to-ensure-aid-reaches-north-east-syria/

https://www.trtworld.com/perspectives/looming-un-vote-and-the-future-of-aid-in-syria-36746

 

Autore: Roos Middelkoop; Traduzione: Rossella Fadda

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