Un report dell’ONU sottolinea l’urgenza di investire sul clima nel Sahel

Delle persone raccolgono legna in Sierra Leone Delle persone raccolgono legna in Sierra Leone Annie Spratt via Unsplash

30 novembre 2022

Allarme ONU: senza investimenti urgenti i paesi del Sahel rischiano decenni di conflitti armati ed esodi

Il 16 novembre, l’Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU) ha pubblicato un rapporto riguardante il rischio del peggioramento di conflitti e migrazioni nel Sahel se non ci saranno investimenti per la mitigazione e l’adattamento. Il rapporto, “Moving from Reaction to Action: Anticipating Vulnerability Hotspots in the Sahel”, spiega come il Sahel rischi un aumento delle sfide umanitarie a causa del cambiamento climatico, il degrado ambientale, le scarse capacità di governance, i conflitti e le migrazioni, e invita a prendere misure urgenti per prevenire decenni di conflitti armati nella regione.

Il rapporto prende in esame i dieci paesi interessati dalla Strategia integrata delle Nazioni Unite per il Sahel e dal relativo Piano di sostegno in Africa occidentale e centrale: Burkina Faso, Camerun, Ciad, Gambia, Guinea, Mali, Mauritania, Niger, Nigeria e Senegal. Le comunità saheliane dipendono fortemente dall’agricoltura e dalla pastorizia, e sono pertanto altamente vulnerabili agli effetti del cambiamento climatico.  

Si prevede che le temperature nel Sahel aumenteranno di 2.5ºC entro il 2080, ma se un’azione urgente di mitigazione e adattamento al clima verrà ulteriormente ritardata, questo dato potrà attestarsi addirittura a 4.3ºC. Per questo motivo, Andrew Harper, consigliere speciale dell’Agenzia ONU per i rifugiati (UNHCR), ha incitato uno slancio all’azione climatica per cambiare la traiettoria della regione. Harper ha anche osservato che gli eventi climatici estremi nel Sahel stanno aggravando i conflitti armati e lo sfollamento: alcuni dati dell’UNHCR mostrano come circa 2.7 milioni di persone sono sfollate internamente, mentre quasi un milione di richiedenti asilo sono stati costretti a lasciare i propri paesi.

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di Laura Maschio

 

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