Gli attacchi aerei turchi stanno uccidendo i curdi in Siria e Iraq

La bandiera curda La bandiera curda Levi Meir Clancy via Unsplash

20 novembre 2022

Le autorità curde parlano di vittime tra i civili in seguito ai numerosi bombardamenti compiuti da Ankara

A partire dal 20 novembre, la Turchia sta bombardando vari territori curdi nel nord della Siria e dell’Iraq. Gli attacchi sono stati effettuati a Kobane, Tall Rifat, Jazira e Derik in Siria, e Qandil, Asos e Hakurk in Iraq. Stando a quanto riportato dal Syrian Observatory for Human Rights, negli attacchi in Siria, che hanno colpito due villaggi popolati da sfollati interni, sono morte almeno 31 persone e sono state distrutte diverse strutture, mentre almeno 32 persone sono state uccise nel nord dell’Iraq.

Secondo quanto riferito, 89 luoghi sono stati colpiti tra Tall Rifat e i Monti Qandil, inclusa Kobane, una strategica città a maggioranza curda che Ankara aveva già tentato di conquistare. Si tratta infatti della terza offensiva turca dal 2016 contro le Unità di Protezione Popolare (YPG) nel nord-est della Siria, mentre Ankara bombarda sistematicamente il Partito dei Lavoratori Curdi (PKK) nell’Iraq settentrionale, considerato ufficialmente un’organizzazione terrorista da Turchia, Stati Uniti ed Unione Europea.

Il ministro della difesa turco ha dichiarato che i bombardamenti sarebbero una ritorsione per l’attentato compiuto il 13 novembre ad Istanbul: Ankara ritiene che i responsabili dell’attacco siano proprio il PKK e le YPG, che hanno tuttavia entrambi negato ogni coinvolgimento.

Il comandante delle Forze Democratiche Siriane (SDF) ha invitato la popolazione a rimanere a casa e ad attenersi alle istruzioni delle forze di sicurezza. “Stiamo facendo il possibile per evitare una catastrofe. Se dovesse scoppiare una guerra, tutto ne risentirebbe”, ha dichiarato. Gli Stati Uniti hanno sollecitato una distensione del conflitto in Siria, considerato una possibile minaccia nella lotta contro lo Stato Islamico, nella quale proprio i curdi sono stati in prima linea: “Le persone che hanno combattuto contro Daesh sono ora sotto attacco dagli aerei militari turchi”, hanno dichiarato le Unità di Protezione delle Donne Siriane (YPJ).

 

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di Laura Maschio 

 

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