La riluttanza dei paesi possessori di armi nucleari costituisce una sfida per il disarmo

La statua al di fuori dell'International Disarmament Institute, campus di New York della Pace University. La statua al di fuori dell'International Disarmament Institute, campus di New York della Pace University. National Today / Accessed from https://nationaltoday.com/disarmament-week/

18 ottobre 2022

Il dibattito tematico del Primo Comitato sulle armi nucleari ha fatto eco a preoccupazioni diffuse ma non ha portato progressi verso soluzioni tangibili.

Durante l’ultima settimana, la maggior parte dei paesi che sono intervenuti nel dibattito tematico sulle armi nucleari hanno avanzato appelli, richieste e contributi comuni. La perseveranza verso la non proliferazione e al disarmo è rimasta centrale, con gli stati che hanno incoraggiato un maggiore sostegno ai trattati e agli accordi esistenti. Molti rappresentanti hanno invitato gli otto paesi non facenti parte dell’Appendice II del Trattato sulla messa al bando totale degli esperimenti nucleari (CTBT) a ratificare il trattato in modo che questo possa essere implementato il prima possibile. Il rappresentante del Kazakistan ha affermato come questa azione è "dovuta alle milioni di vittime dei test e alle generazioni future," e ha affermato che "l'umanità non può continuare a vivere sotto l'ombra oscura della guerra nucleare."

Inoltre, diversi paesi hanno espresso un ulteriore sostegno al Trattato di non proliferazione (NPT), al Trattato sulla proibizione delle armi nucleari (TPNW) e alle linee guida dell'Agenzia internazionale per l'Energia Atomica (AIEA). I rappresentanti hanno ribadito come la guerra nucleare rappresenti una minaccia globale; infatti, le armi atomiche hanno sono capaci di influenzare le persone su molteplici fronti e per lunghi periodi di tempo. Il rappresentante dell'Austria ha condannato i paesi dotati di armamenti nucleari per la loro mancanza di preoccupazione: "La sfrontatezza di fronte all’idea di infliggere perdite umanitarie catastrofiche è ripugnante per la moralità e l'etica."

Nonostante la maggior parte degli stati abbia dimostrato dedizione alla protezione dei propri cittadini e civili innocenti in tutto il mondo, la riluttanza degli stati detentori di armi nucleari ad assumersi le proprie responsabilità continua a impedire una qualche forma di progresso. Il dibattito non ha condotto a mozioni verso la negoziazione e l'accordo; piuttosto, questo è stato caratterizzato da accuse reciproche. Si possono proporre risoluzioni, ma senza la cooperazione degli stati dotati di armi nucleari o l'attuazione di meccanismi di accountability trasformativa, la minaccia di una guerra nucleare potrebbe ancora rimanere imminente.

Come riportato dal rappresentante dello Sri Lanka, le armi nucleari sono una minaccia universale:

“La loro mera esistenza, e la loro presenza nelle nostre vite, creerà più scompiglio di quanto possiamo iniziare a capire. Le armi nucleari pervadono il nostro pensiero, controllano il nostro comportamento, guidano le nostre società, influenzano i nostri sogni. Si attanagliano come ganci nella base del nostro cervello. Sono portatori di follia. Sono i colonizzatori per eccellenza.”

Le armi nucleari hanno il potere di infliggere devastazioni sui civili a un livello più ampio rispetto a molte altre forme di armi. Sia l'uso accidentale che intenzionale di queste armi può avere esiti catastrofici, come abbiamo visto nei bombardamenti del 1945 di Hiroshima e Nagasaki. L'ONU non può sorvolare su questa minaccia e non può aspettare un'altra catastrofe per mettere in atto misure efficaci.

 

Per saperne di più, visita:

di Nicole Piusienski, tradotto da Ignazio Alcamo

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