Il Segretario Generale delle Nazioni Unite è intervenuto ieri sulla guerra in corso dal novembre 2020 tra l’esercito regolare etiope, sostenuto dalle truppe eritree, e il Fronte Popolare di Liberazione del Tigrè (FPLT), dichiarando che l’intensità delle violenze ha raggiunto un livello preoccupante. Sebbene il governo etiope avesse dichiarato un cessate il fuoco unilaterale a marzo di quest’anno, le violenze contro i civili non sono cessate. Il conflitto – nato da tensioni decennali – ha continuato a intensificarsi e a sconvolgere la regione del Tigrè.
Ciò che allarma l’ONU e la comunità internazionale nel suo insieme è il grado elevato di brutalità degli scontri. Le ostilità, che si sono estese anche in Amhara e Afar, hanno provocato una grave crisi umanitaria, con milioni di sfollati e 13 milioni di civili che non hanno accesso ai servizi essenziali. Durante il suo discorso, Guterres ha posto poi l’accento soprattutto sugli attacchi indiscriminati che provocano sempre più vittime innocenti ogni giorno e sulle violenze sessuali subite da donne, bambini e uomini.
Le condizioni in cui versa la popolazione sono dunque allarmanti e la soluzione al conflitto non può essere militare. Per questo, il Segretario Generale delle Nazioni Unite ha rivolto un appello finale alle parti in conflitto, da un lato, e all’UA e alla comunità internazionale, dall’altro, affinché i civili possano ricevere gli aiuti umanitari di cui necessitano e l’Etiopia possa essere infine pacificata.
Per saperne di più, leggi:
- Tigray: Fighting must end, urges Guterres, amid ‘staggering’ level of need | | 1UN News
- Ethiopia: UN chief ‘gravely concerned’ by escalation in fighting across Tigray | | 1UN News
- Tigray: UN chief urges end to fighting | Africanews
di Amalia Ranieri