Guerra del Tigrè: la brutalità del conflitto allarma il Segretario Generale dell’ONU

 Il Segretario Generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, durante il suo discorso. Il Segretario Generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, durante il suo discorso. UN Spokesperson / Twitter
  • 17 Ottobre 2022

“Il conflitto della regione del Tigrè deve finire” ha dichiarato Antonio Guterres.

Il Segretario Generale delle Nazioni Unite è intervenuto ieri sulla guerra in corso dal novembre 2020 tra l’esercito regolare etiope, sostenuto dalle truppe eritree, e il Fronte Popolare di Liberazione del Tigrè (FPLT), dichiarando che l’intensità delle violenze ha raggiunto un livello preoccupante. Sebbene il governo etiope avesse dichiarato un cessate il fuoco unilaterale a marzo di quest’anno, le violenze contro i civili non sono cessate. Il conflitto – nato da tensioni decennali – ha continuato a intensificarsi e a sconvolgere la regione del Tigrè.

Ciò che allarma l’ONU e la comunità internazionale nel suo insieme è il grado elevato di brutalità degli scontri. Le ostilità, che si sono estese anche in Amhara e Afar, hanno provocato una grave crisi umanitaria, con milioni di sfollati e 13 milioni di civili che non hanno accesso ai servizi essenziali. Durante il suo discorso, Guterres ha posto poi l’accento soprattutto sugli attacchi indiscriminati che provocano sempre più vittime innocenti ogni giorno e sulle violenze sessuali subite da donne, bambini e uomini.

Le condizioni in cui versa la popolazione sono dunque allarmanti e la soluzione al conflitto non può essere militare. Per questo, il Segretario Generale delle Nazioni Unite ha rivolto un appello finale alle parti in conflitto, da un lato, e all’UA e alla comunità internazionale, dall’altro, affinché i civili possano ricevere gli aiuti umanitari di cui necessitano e l’Etiopia possa essere infine pacificata.

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di Amalia Ranieri

 

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