Nel corso degli ultimi cinque anni l’area settentrionale del Mozambico è stata interessata da un crescente numero di attacchi terroristici, principalmente riconducibili allo stato islamico. Più recentemente, la violenza jihadista si è diffusa nel centro del paese, causando un rilevante incremento della popolazione sfollata - quasi un milione di persone solo nella prima metà dell’anno - e causando la morte di oltre quattro mila persone.
Le organizzazioni internazionali, sul luogo per consentire l’accesso di beni di prima necessità, cibo e aiuti non alimentari, e garantire condizioni di salute adeguate all’interno dei campi per sfollati, testimoniano la tragicità della situazione. I campi sono principalmente popolati da bambini: ad esempio, oltre il 60% degli sfollati nella città di Pemba sono minorenni. Inoltre, come dichiarato dal World Food Programme, la crisi degli sfollati nel nord del Mozambico rischia di trasformarsi in un’allarmante emergenza alimentare per un numero sempre crescente di famiglie che non riescono a essere raggiunte dal sostegno alimentare.
Oltre alla crisi alimentare, la popolazione civile in fuga è costantemente vittima di violazioni di diritti umani. Le testimonianze raccolte nel rapporto condotto dal Centre for Public Integrity, riportano di abusi, violenze sessuali e atti intimidatori condotti anche per mano delle forze di sicurezza statali durante le operazioni di controterrorismo.
La tragicità della situazione allontana qualsiasi speranza di un possibile rientro da parte della popolazione civile nelle zone abbandonate. “UNHCR è preoccupato per i rischi corsi dalle persone che intendono continuare a tornare nelle loro aree di origine prima che le condizioni si siano stabilizzate” come dichiarato dal portavoce dell’UNHCR Matthew Saltmarsh, l’instabilità della situazione interna al paese rende l’organizzazione fortemente sfavorevole a considerare il rientro delle persone sfollate nelle loro abitazioni.
L’escalation di violenza nel territorio – non più solamente relegata all’area settentrionale – ha contribuito a diffondere un clima di insicurezza e terrore in tutta l’area geografica, portando all’impegno e alla collaborazione congiunta da parte di diversi paesi africani. In particolar modo, il 21 settembre, Tanzania e Mozambico hanno firmato un accordo per la lotta comune contro i jihadisti. Spinta dalla paura di una diffusione della violenza jihadista all’interno delle sue frontiere, la Presidente Samia Suhulu Hassan ha incontrato il Presidente mozambicano Filipe Jacinto Nyusi a Maputo per discutere le modalità dell’intervento di lotta al terrorismo.
Oltre alla Presidente tanzaniana, anche l’Alto rappresentante dell’Unione Europea Josep Borrell ha incontrato il Presidente Nyusi per annunciare la collaborazione europea con l’approvazione di un finanziamento dal valore di 15 milioni di euro a sostegno della missione della Comunità per lo sviluppo dell’Africa australe (SADC) in Mozambico. Questi fondi vanno ad aggiungersi agli 89 milioni precedentemente concordati da destinare all’acquisto di materiale e all’addestramento.
Per saperne di più, visita:
- https://reliefweb.int/report/mozambique/nearly-1-million-people-have-fled-five-years-northern-mozambique-violence
- https://euractiv.it/section/cooperazione-e-aiuti/news/lue-prevede-nuovi-aiuti-militari-per-il-mozambico-ricco-di-gas-nel-contesto-della-crisi-energetica/
- https://www.notiziegeopolitiche.net/mozambico-accordo-con-la-tanzania-per-combattere-il-terrorismo/
- https://www.agi.it/estero/news/2022-09-07/orrore-jihadista-spinge-mozambico-nelle-mani-mercenari-17985426/
- https://www.agensir.it/mondo/2022/09/19/mozambico-a-cabo-delgado-raggiunto-il-numero-record-di-sfollati-950-000/
- https://www.hrw.org/world-report/2022/country-chapters/mozambique
di Federica Tognolli