Più di 400.000 persone soffrono la fame nel Tigray preda del conflitto

Venditori in un mercato in Etiopia. Venditori in un mercato in Etiopia. Photo by Erik Hathaway on Unsplash

3 luglio 2021

In Etiopia, nel Tigray dilaniato dal conflitto, più di 400.000 persone soffrono la fame e altri 1.8 milioni sono sull'orlo della carestia.

Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite (ONU) ha tenuto la sua prima seduta pubblica sul conflitto nella regione etiope il 2 luglio, giorni dopo che le forze del Tigray hanno riconquistato la capitale della regione, Mekelle. Il conflitto è iniziato nel novembre 2020 tra il governo federale etiope, sostenuto dalle truppe eritree e dai combattenti della regione Amhara dell'Etiopia, e le forze allineate al Tigray People's Liberation Front (TPLF), il partito allora al potere nella regione. Il governo etiope ha dichiarato un cessate il fuoco unilaterale il 28 giugno, ma il TPLF l'ha respinto definendolo come uno "scherzo". Secondo quanto dichiarato da Rosemary DiCarlo, responsabile delle Nazioni Unite per gli affari politici e il peacebuilding, c'è il rischio di nuovi scontri e di un ulteriore deterioramento della sicurezza.

Ramesh Rajasingham, Vicesegretario  ONU per gli affari umanitari, ha riferito al Consiglio in merito al drammatico peggioramento della situazione umanitaria nel Tigray: secondo le stime, 400.000 civili hanno oltrepassato la soglia della carestia e altri 1,8 milioni vi sono drammaticamente vicini. 33.000 tigrini sono gravemente malnutriti, due milioni gli sfollati e quasi 5,2 milioni le persone che hanno bisogno di assistenza umanitaria.

Se Rajasingham ha parlato di un possibile passo avanti - grazie al piano dell’ONU per l'invio di convogli umanitari nelle zone più remote - nella capitale regionale Mekelle, il Programma Alimentare Mondiale ha scorte di cibo sufficienti a sfamare non più di un milione di persone per un solo mese, una minima parte di quanto necessario. Rajasingham ha esortato gli attori armati e le forze di sicurezza stanziati nel Tigray a garantire un accesso stradale sicuro per gli operatori umanitari e le forniture di beni essenziali.

Il Consiglio di Sicurezza non ha intrapreso alcuna azione e non ha fatto alcuna dichiarazione dopo la sua prima seduta pubblica. L'ambasciatore etiope alle Nazioni Unite, Taye Atske Selassie, ha messo in dubbio la necessità di tale incontro, sottolineando che il cessate il fuoco è stato dichiarato proprio per migliorare l'accesso agli aiuti umanitari e che "avrebbe dovuto incoraggiare i nostri amici a dare il proprio sostegno e ad allentare inutili pressioni".

 

Fonti:

https://www.aljazeera.com/news/2021/7/3/over-400000-in-tigray-suffering-famine-now-with-1-8m-on-brink

 

Author: Irina Kovacevic; Editor: Catherine Meunier; Translator: Ester Zangrandi

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