Geir Pedersen, Inviato Speciale dell’ONU per la Siria, ha condannato severamente l’attacco esplosivo che ha colpito l’ospedale Al-Shifaa ad Afrin, città assediata dai ribelli nel nord della Siria. Sebbene il numero delle vittime rimanga ancora incerto, le Nazioni Unite (ONU) riportano che almeno 18 civili abbiano perso la vita in seguito all’esplosione, compresi membri dello staff medico e pazienti ricoverati.
Secondo gli uffici di soccorso dell’ONU, l’ospedale Al-Shifaa è stato colpito già tre volte dal 2019 ad oggi. Questi violenti attacchi hanno distrutto gran parte dei servizi dell’impianto, impedendo a molte persone di usufruire dei trattamenti di cura. Imran Riza, Coordinatore Residente and Coordinatore Umanitario per il paese, e Muhammad Hadi, Coordinatore Umanitario Regionale per la Crisi Siriana, hanno affermato che l’ospedale Al-Shifaa fornisce mensilmente una media di 15.000 servizi, compresi centinaia di interventi chirurgici ad alta specializzazione. Alla luce di ciò, gli attacchi militari ai danni del suddetto impianto aggravano le enormi difficoltà delle persone che vivono nell’area, le quali soffrono già a causa della protratta guerra civile che sta tormentando la regione.
In risposta a questa situazione, Geir Pedersen ha esortato tutte le parti belligeranti a conformarsi alle norme del Diritto Internazionale Umanitario volte a proteggere la popolazione e le strutture civili dagli attacchi indiscriminati. Infatti, come evidenziato dagli Ufficiali dell’ONU, il bombardamento dell’ospedale Al-Shifaa evidenzia l’assoluta necessità di accertare le responsabilità dei colpevoli. In più, consapevole delle terribili condizioni di vita dei civili siriani, Pedersen ha raccomandato il raggiungimento di un accordo di tregua, al fine di fermare le violenze e le atrocità che avvengono nel paese.
Fonti:
https://news.un.org/en/story/2021/06/1093972
https://www.aljazeera.com/news/2021/6/13/syria-13-killed-in-hospital-attack-in-rebel-held-afrin
Autore: Gianpaolo Mascaro; Editor: Emily Herstine