Secondo l'Osservatorio Siriano per i Diritti Umani, nel febbraio 2021 sono morte circa 476 persone a seguito delle violenze in corso nell’area nord-ovest del Paese. L'Osservatorio ha documentato che di questi morti 139 sono civili, 21 sono bambini sotto i diciotto anni e 15 sono donne sopra i diciotto anni.
L'Osservatorio ha anche identificato il modo in cui ogni civile è stato ucciso: "cinque civili sono stati uccisi da missili superficie-superficie lanciati dalle forze russe; sette civili, tra cui un bambino e due donne, sono stati uccisi nei bombardamenti delle forze del regime; 11 civili sono morti per torture nelle prigioni del regime; due civili sono stati uccisi dalle fazioni opposte; un uomo e un bambino sono stati uccisi dalle Forze Democratiche Siriane (FDS); otto civili, tra cui due donne e un bambino, sono stati uccisi da un Ordigno Esplosivo Improvvisato (IED) e dall’esplosione di granate; 26 civili, tra cui sette bambini sotto i diciotto anni e due donne sopra i diciotto anni, sono stati uccisi nelle esplosioni di vecchie mine terrestri; due bambini sono stati uccisi dalle guardie di frontiera turche "Jandarma"; 53 civili, tra cui sei donne e cinque bambini, sono stati uccisi in vari omicidi per tutta la Siria; due civili sono stati uccisi in esplosioni di veicoli con trappole esplosive; 21 civili, tra cui tre donne e quattro bambini, sono stati uccisi in circostanze sconosciute."
L'Ufficio delle Nazioni Unite per il Coordinamento degli Affari Umani (OCHA) ha riferito che nell'ultimo anno l'omicidio è diventato una minaccia crescente in Siria, soprattutto perché perpetrato da forze e milizie del regime siriano. Esse prendono di mira specificamente i civili e, di conseguenza, rendono il paese molto più pericoloso per le persone innocenti.
Per saperne di più:
https://www.syriahr.com/en/207061/
https://reliefweb.int/report/syrian-arab-republic/extrajudicial-killing-claims-lives-138-civilians-including-23-childre
nhttps://www.statista.com/statistics/742468/civilian-deaths-in-syria-monthly/
Autore: Gabriella Pavlakis; Editor: Sitara Sandhu; Traduzione: Sara Martinelli
