L'attacco, denunciato giovedì 14 gennaio da un alto funzionario di un'organizzazione non-governativa con sede nel Paese, è avvenuto ad Ambedi, un villaggio nel territorio di Irumu della provincia di Ituri, situata nella parte nord-orientale della Repubblica Democratica del Congo (RDC). Il bilancio delle vittime è attualmente pari a 46, come riferito dal ministro degli Interni provinciale Adjio Gidi, anche se il processo di recupero dei corpi è ancora in corso.
Secondo le fonti, la maggior parte delle vittime erano donne e bambini dell'etnia pigmeo. Costituendo circa l'1 per cento della popolazione del Congo, queste comunità indigene sono estremamente emarginate e soggette a discriminazione, sfruttamento e scarsa protezione dei loro diritti umani e fondiari. Sono regolarmente prese di mira da gruppi armati.
Le forze democratiche alleate (AFD) sono ritenute responsabili del massacro e due degli aggressori sono stati arrestati. Il gruppo armato, emerso negli anni '90 nell'Uganda occidentale ma da allora espanso nella vicina RDC, è considerato un'organizzazione terroristica dal paese. Negli ultimi anni, l'ADF ha intensificato i suoi attacchi contro i civili nelle province orientali della RDC, uccidendo centinaia di persone nel corso del periodo tra gennaio 2019 e giugno 2020, prendendo particolarmente di mira le località intorno ai territori di Beni, Irumu e Mambasa nella ricca provincia dell'Ituri.
Questioni di vecchia data, irrisolte dall'inizio degli anni 2000, sul controllo e lo sfruttamento illecito della terra e delle risorse naturali, e la concorrenza per le miniere d'oro, continuano ad essere la causa principale di conflitti nella parte orientale del paese. Le miniere d'oro dell'Ituri hanno attirato a lungo l'attenzione di ex ribelli, politici e funzionari militari congolesi coinvolti nel contrabbando di oro nei paesi vicini, creando così un'opportunità per i gruppi di miliziani che operano nell'area, e spesso anche loro coinvolti nel traffico di minerali.
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https://www.aljazeera.com/news/2021/1/15/scores
Author: Giulia Ferrara; Editor: Xavier Atkins