Dallo scorso novembre, il conflitto nella regione del Tigray in Etiopia ha visto scontri tra due parti: le forze speciali della regione del Tigray guidate dal Fronte di liberazione del popolo del Tigray (Tigray People's Liberation Front - TPLF); e un'alleanza della Forza di difesa nazionale etiope (ENDF), forze speciali ad Afar e Amhara, e le forze di difesa eritree. Tuttavia, i combattimenti in corso complicano gli sforzi per fornire aiuti umanitari delle Nazioni Unite (ONU), le quali hanno accesso al territorio sotto il controllo federale in base all'accordo.
Il TPLF ha governato per quasi 30 anni prima che le proteste antigovernative portassero Abiy al potere nel 2018. Le tensioni sono poi aumentate drammaticamente dopo che il Tigray è andato avanti con le elezioni regionali di settembre, nonostante il divieto nazionale di voto a causa della pandemia di coronavirus, e ha denunciato Abiy come leader illegittimo. Il capo del Tigray ha giurato di continuare a combattere fino a quando tutti gli "invasori" federali non saranno fuori dal territorio del Tigray.
A causa del blackout delle informazioni, l'ONU non riesce a valutare appieno la situazione nel Tigray e teme che ci sia il rischio di una crisi umanitaria. Gli sfollati che sono riusciti a sfuggire al conflitto denunciano tutti la grave violenza che hanno vissuto e visto, ma non ci sono prove per verificarlo e le parti coinvolte hanno smentito le accuse. Dopo gli accordi con il governo federale, l'ONU chiede un impegno da parte di tutte le parti in conflitto per garantire un accesso libero e incondizionato al Tigray.
Per saperne di più:
https://www.aljazeera.com/news/2020/12/4/fighting-hampering-aid-delivery-to-ethiopias-tigray-un
https://www.reuters.com/article/us-ethiopia-conflict-military-factbox-idUSKBN27T14J
Autore: Carla Pintor
