Una recente dichiarazione rilasciata dal Gruppo di eminenti esperti internazionali e regionali sullo Yemen (GEE) – incaricato dal Consiglio dei diritti umani di monitorare e riferire sulla situazione dei diritti umani nel paese – ha rimarcato i fallimenti collettivi della comunità internazionale e di tutti le parti coinvolte nel conflitto che devasta il paese e la sua popolazione da sei lunghi anni.
Le ostilità iniziarono nel tardo 2014, con le rivolte Houthi e la loro graduale conquista della capitale Sana’a; nel marzo 2015, il presidente dello Yemen fu costretto a fuggire all'estero. In risposta, l'Arabia Saudita formò una coalizione con Egitto, Sudan e la maggior parte degli stati del Consiglio di cooperazione del Golfo, e con il sostegno da Stati Uniti e Regno Unito, per ripristinare il governo riconosciuto a livello internazionale nello Yemen.
Secondo l'ultimo rapporto pubblicato dal GEE, la serie di attacchi aerei condotti dalla coalizione tra giugno 2019 e giugno di quest'anno “sembra essere stata intrapresa senza il dovuto rispetto dei principi di distinzione, proporzionalità e precauzione per proteggere i civili e gli oggetti civili ”. Il rapporto, che ha anche indagato sugli effetti delle mine antiuomo piantate illegalmente dagli Houthi, ha determinato che la coalizione e gli Houthi stiano effettuando attacchi indiscriminati, senza riguardo per i civili e le infrastrutture vitali colti nel fuoco incrociato. Le prove evidenziano il ruolo del governo dello Yemen, del Consiglio di transizione meridionale e dei membri della coalizione, dell'Arabia Saudita e degli Emirati Arabi Uniti. Il GEE ha inoltre espresso serie preoccupazioni per la fornitura continua di armi da parte di Stati terzi, citando i principali attori Stati Uniti, Francia, Regno Unito e Canada.
Gli investigatori sui diritti umani nominati dalle Nazioni Unite hanno richiesto un'indagine penale approfondita sui sospetti crimini di guerra.
Per saperne di più:
https://news.un.org/en/story/2020/09/1072012
Autore: Giulia Ferrara