Il 6 giugno, Edouard Beigbeder, il Rappresentante del Fondo delle Nazioni Unite per l'infanzia (UNICEF) nella Repubblica Democratica del Congo (RDC), ha denunciato l’attacco sferrato il 3 giugno nella provincia orientale dell’Ituri che ha causato 16 morti. Fra questi, cinque vittime erano delle ragazze al di sotto dei 15 anni.
I combattimenti che si protraggono nell’area orientale del Congo risalgono alla crisi migratoria del 1994, quando gruppi di etnia Hutu provenienti dal Rwanda fuggirono in Congo e andarono a costituire dei gruppi armati. Da quel momento in avanti, la situazione è stata caratterizzata da insicurezze sempre maggiori ed è infine sfociata nella Seconda Guerra del Congo (1998-2003). Nonostante la fine della guerra, le atrocità contro i civili non si sono arrestate e nuovi gruppi armati di ribelli si sono formati provocando un effetto destabilizzante in termini di sicurezza e stabilità. La ricchezza mineraria del territorio contribuisce ad infiammare il conflitto in quanto costituisce una fonte di finanziamento per i gruppi armati.
Al momento attuale, gli attacchi nella provincia dell’Ituri continuano a seminare vittime, che solo dall’inizio dell’anno ammontano già a 300 persone, secondo l’UNICEF. La situazione ha gravi ripercussioni sui minori, costretti a fuggire e cercare riparo nei pressi di Bunia, in aree già contraddistinte da un alto tasso di sovrappopolamento: dal 2020 ad ora più di 200.000 persone, in maggior parte minori, sono scappate da Djugu, Mahagi e Irumu, secondo i dati dell’UNICEF. Inoltre, la stessa agenzia specializzata ha raccolto molteplici denunce di violazioni gravi dei diritti del fanciullo, fra cui compaiono accuse di uccisioni, mutilazioni e stupri perpetrati ai loro danni. Tenendo in conto che questi abusi sono stati loro inflitti in un contesto in cui si succedono continuamente attacchi contro gli istituti di sanità e di istruzione, la situazione non può che essere molto grave e i bambini ne sono le vittime principali.
Per questo motivo, sin dal mese scorso l’UNICEF ha evidenziato i pericoli connessi ai conflitti e ha lanciato un appello alla comunità internazionale e al governo congolese al fine di prevenire un ulteriore deterioramento della crisi che metterebbe ancora più a repentaglio i diritti dei bambini.
Per saperne di più:
https://news.un.org/en/story/2020/06/1065802
https://www.cfr.org/global-conflict-tracker/conflict/violence-democratic-republic-congo
Autore: Giulia Azzarone