Violenza e massacri nella Repubblica Democratica del Congo

Proteste popolari nella Repubblica Democratica del Congo Proteste popolari nella Repubblica Democratica del Congo Human Rights Watch

13 Aprile 2020

La Repubblica Democratica del Congo è oggi imperversata da feroci proteste a causa dalla fallace e ineffettiva risposta dell’esercito

I ribelli delle Forze Alleate Democratiche (ADF), nella Repubblica Democratica del Congo, sono stati cacciati dalla loro ultima roccaforte nella forte, nella regione di Beni. L’esercito Congolese ha lanciato una campagna forte di 22000 uomini  per ricatturare le basi dei ribelli. I militari sostengono di aver ottenuto importanti successi, cacciando i ribelli fuori dalle loro roccaforti, uccidendone dozzine, inclusi alcuni dei loro leader, e arrestandone molti.

Tuttavia, questo ha portato a sua volta a violenti attacchi di rivendicazione dei ribelli, che hanno ucciso decine di persone e rapitone centinaia, mentre l’esercito sembra incapace di fermare la violenza. Secondo gli attivisti per i diritti umani come Kizito Bin Hangi, le forze di sicurezza sono disorganizzate  e hanno una strategia fallimentare. “Alcuni attacchi avvengono molto vicino alle basi e alle posizioni militari. I combattenti sembrano avere tempo di attaccare, rubare e tornare indietro nella foresta dove si trovano queste migliaia di truppe governative”, ha affermato Hangi. Al Jazeera ha rivolto questa domanda a Chaligonza Nduru, il generale a capo delle truppe Congolesi, il quale ha affermato che “in guerra, sfortunatamente, ci sono perdite e morti. Stiamo sconfiggendo il nemico. Essi non hanno più la capacità di affrontare l’esercito, così si infiltrano nei villaggi come codardi e uccidono gli abitanti indifesi per far perdere loro fiducia nella nostra abilità di proteggerli. Stiamo affrontando questi terroristi e li scacceremo come abbiamo fatto con altri gruppi ribelli nella Repubblica Democratica del Congo”.

Tuttavia, ci sono alcuni misteri e controversie riguardo al ruolo delle ADF in questi episodi di violenza: molti sospettano che l’organizzazione Ugandese, che è stata costretta a spostarsi nelle foreste del Paese negli anni ‘90, è per lo meno non l’unico attore dietro agli attacchi, e che ci possano essere altri gruppi operanti, assieme allo stesso esercito Congolese. Alcune azioni, per esempio, sono davvero inusuali rispetto al tradizionale modo di fare delle ADF, come ad esempio per quanto riguarda i rapimenti, che sono diminuiti drasticamente negli ultimi mesi. Alcuni pensano che, nella peggiore delle ipotesi, questi gruppi sono riforniti dall’esercito, che dà loro cibo, munizioni e armi, e che le ADF possano in realtà avere connessioni con tali gruppi e con l’esercito stesso. In tal modo, questa opzione potrebbe sfavorire l’idea di una principale responsabilità delle ADF sostenute da un facilitatore finanziario con un legame con lo Stato Islamico. 

In ogni modo, i gruppi ribelli sono stati responsabili di feroci massacri, con teste e arti mozzati, mutilazioni e uccisioni di donne e bambini per la maggior parte. Ciò ha portato a massicce proteste contro il governo e la missione delle Nazioni Unite attiva nel Paese, il MONUSCO, che ha condotto all’incendio di alcuni dei loro edifici. Il MONUSCO, che è stato accusato di assenza di azione, ha di conseguenza promesso di rafforzare la sua presenza nel Paese e di aumentare le ronde nei villaggi. 

 

Per saperne di più: 

https://www.aljazeera.com/blogs/africa/2020/02/adf-rebels-cleared-stronghold-beni-dr-congo-army-200228101158114.html

https://www.thenewhumanitarian.org/news-feature/2020/1/29/congo-beni-adf-allied-democratic-forces-ebola-un

https://www.hrw.org/news/2019/12/19/dr-congo-no-justice-2018-yumbi-massacres

 

Autore: Pasquale Candela; Editor: Shrabya Ghimire

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