Le sfide delle battaglie urbane: una lezione da Mosul

Un uomo disperato, con una bambina tra le braccia, cammina tra le macerie della città vecchia di Mosul Un uomo disperato, con una bambina tra le braccia, cammina tra le macerie della città vecchia di Mosul © REUTERS

Settembre 2017
Le tattiche di guerra necessitano di costante aggiornamento per proteggere i civili e ridurre le sofferenze mentre si combatte il nemico in aree densamente popolate.

La battaglia per la liberazione di Mosul dal controllo dello Stato Islamico (ISIS) è una delle più imponenti lotte urbane avvenute dalla fine della seconda guerra mondiale. La città, che ha una popolazione di 1.8 milioni di persone, è suddivisa dal fiume Tigri nelle zone est ed ovest. La battaglia è iniziata ad ottobre 2016 con gli scontri tra peshmerga curdi e combattenti dell’ISIS nelle periferie, ed è terminata a luglio 2017 con la conquista della città vecchia di Mosul ovest.

Gli avvenimenti di Mosul sono diventati un fondamentale caso di studio per comprendere le sfide nel combattere in zone densamente popolate. Secondo il principio di proporzionalità della legge umanitaria internazionale, a cui le forze in gioco dovrebbero aderire in caso di battaglie in zone densamente popolate, attacchi indiscriminati e sproporzionati sono vietati. L’ISIS, invece, ha adottato un approccio volto a causare un elevato numero di morti tra i civili. Mosul ovest è la zona che più ha risentito della battaglia: il 99% dell’area è stato distrutto, 800,000 civili sono stati costretti ad abbandonare le loro abitazioni, e molti altri sono morti, usati dall’ISIS come scudi umani, o sotterrati tra le macerie di edifici esplosi. Molti dei morti civili sono stati causati da artiglieria pesante e armi esplosive improvvisate che alcune unità delle forze di sicurezza irachene hanno utilizzato a Mosul ovest, nonostante il divieto imposto dal governo iracheno.

La complessità della battaglia di Mosul è un monito che ricorda l’importanza di costanti aggiornamenti alle tattiche di guerra urbana. Le forze militari, allo scopo di ridurre il numero di morti tra i civili, hanno introdotto una serie di pratiche, tra cui l’addestramento di tutte le forze armate in specifici contesti urbani, la valutazione delle ripercussioni sulla popolazione prima di un attacco, l’abolizione dell’uso di armi esplosive e la sorveglianza dei movimenti dei civili.

La lezione impartita da Mosul può essere applicata a future operazioni militari in Iraq, cosí come a Raqqa, in Siria, dove lo scontro tra le forze siriane democratiche (addestrate dagli Stati Uniti d’America) e l’ISIS è in corso. Un costante miglioramento delle tattiche di guerra urbana può significativamente diminuire il numero di morti civili e minimizzare, nel contempo, l’impatto di effetti di second’ordine, come la distruzione di infrastrutture e delle scorte di acqua.  

 

Per saperne di più, leggi:
https://www.justsecurity.org/43382/lessons-mosul-reduce-civilian-harm-urban-warfare/

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