Il resoconto sulla situazione in Nigeria è chiaro fin dall’inizio del rapporto pubblicato da IRIN. Moses Berde, il capo del villaggio di Goska, accusa il vicino villaggio di Fulani, Dangoma, di aver attaccato Goska il 24 e 25 dicembre scorso. Spiega che, durante l’attacco, più di 40 persone sono state uccise e 100 case distrutte. Ma secondo il capo del distretto di Dangoma, Muhmood Suleiman, le cose sono andate diversamente. Muhmood Suleiman accusa Goska di aver attaccato Dangoma il 25 dicembre e dichiara che 7 persone sono state uccise. Non ci sono prove che il raid sia mai realmente accaduto.
La regione di Goska e Dangoma è continuamente centro di violenza fin dagli anni ottanta. Il rapporto menziona anche il parroco Gordon Matum, il quale ha iscritto 2.590 uomini, donne e bambini, costretti a lasciare le loro case, ad un programma di alimentazione in una scuola primaria a Kafanchan. Matum esprime ira, soprattutto per il fatto che il governo di parte rifiuta di riconoscere l’entità dell’emigrazione forzata. Non riconoscere la scuola come un campo di rifugiati significa costringere le persone rifugiate a pagare per alloggi nel vicinato.
La regione della Middle Belt in Nigeria è divisa tra il nord prevalentemente musulmano ed il sud in cui la popolazione è a maggioranza cristiana. Le ragioni della divisione sono etniche e religiose, ma ci sono stati anche conflitti per i terreni da coltivare, le aree per il pascolo e per lo spostamento del bestiame. Secondo SB Morgen Intelligence, una società di consulenza con sede in Lagos, la violenza causata dagli scontri tra agricoltori e pastori ha fatto più vittime che il gruppo Boko Haram.
In Nigeria, il gruppo Jihad Fulani ha trasformato il nord. Le comunità Fulani si sono stabilite nella Middle Belt circa 300 anni fa, abbandonando la vita nomade o per allevare bestiame. A causa dei cambiamenti climatici, tuttavia, la regione nord della Nigeria è diventata più secca, costringendo i Fulani a spostarsi a sud e causando scontri per il controllo di terre da coltivare e pascoli.
Uno studio di Mercy Corps condotto nel 2013 ha rivelato che più di un terzo dei pastori e coltivatori negli stati di Kaduna e Nasarawa hanno subìto gli effetti delle continue ondate di violenza. Senza queste ondate di violenza, le famiglie avrebbero avuto un aumento di reddito del 64%. Nello stato di Kaduna soltanto, tra le 10.000 e le 20.000 persone sono morte a causa del conflitto dagli anni ottanta.
Uno dei più grandi conflitti comunitari è stato dopo le elezioni presidenziali del 2011 quando Muhammadu Buhari, candidato supportato dai Fulani ha perso contro Goodluck Jonathan. A seguito dei risultati elettorali, il sud di Kuduna ha attaccato cristiani ed appartenenti ad altri gruppi etnici nel nord di Kuduna. Nel sud di Kuduna, masse di cristiani si sono vendicati uccidendo dei Fulani e bruciando delle moschee. Il conflitto tra le due parti continua ancora.
La natura settaria della violenza porta ad attribuire colpe per associazione. Essendo il conflitto di natura identitaria, i membri di un gruppo rivale possono subire un attacco per qualunque torto commesso da quella comunità. Il ciclo di vendetta peggiora lo stato del conflitto, aumentando le sofferenze che ne derivano. Le comunità rivali condividono anche la percezione che le forze di sicurezza ed il sistema giudiziario siano di parte ed incompetenti. Questa sfiducia spinge a cercare di farsi giustizia da sé.
E dunque, cosa si può fare? Si è proposto di demarcare le vie di scambio e le riserve per il pascolo per evitare che pastori ed agricoltori si scontrino per il controllo della terra e delle risorse d’acqua. Tuttavia, gli spazi per il pascolo sono adesso ridotti a causa dell’espansione delle zone commerciali. La maggior parte dei terreni sono stati espropriati al servizio di interessi corrotti sia politici che privati.
Tukur, dell’associazione degli allevatori di bestiame Miyetti Allah (MACBA), e Chidi Anselm Odinkalu, ex presidente della Commissione Nazionale per i Diritti Umani,sostengono che un programma per lo sviluppo del bestiame potrebbe offrire una soluzione ai problemi di: “accesso all’acqua, pascoli, estensione dei servizi agricoli e accesso ai mercati” per agricoltori e pastori.
Nuove iniziative da parte di ONG (Organizzazioni non governative) tentano di attenuare il conflitto nella Middle Belt.Ciononostante, Odinkalu si preoccupa che queste iniziative stiano prendendo piede troppo lentamente e che manchino di forza. Attenuare lo stato del conflitto in Nigeria è urgente soprattutto in vista delle elezioni del 2019 in cui la violenza sarà politicizzata.
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