Il rapporto della Commissione d'Inchiesta sui diritti umani in Eritrea.

Mike Smith, portavoce della Commission d'Inchiesta in Eritrea, presenta il rapporto alla 28° sessione del Consiglio dei Diritti Umani a Ginevra. Mike Smith, portavoce della Commission d'Inchiesta in Eritrea, presenta il rapporto alla 28° sessione del Consiglio dei Diritti Umani a Ginevra. © UN Photo/Jean-Marc Ferré

Nel 2014, il Consiglio dei Diritti Umani ha fondato la Commissione d'Indagine sui diritti umani in Eritrea, inizialmente per un periodo di un anno, ai sensi della risoluzione 26/24.

In tale risoluzione, il Consiglio incaricava la Commissione di indagare su tutte le presunte violazioni di diritti umani in Eritrea.

La Commissione decise di concentrare le indagini a partire dal 1991, quando le autorità eritree avevano preso il controllo effettivo del territorio eritreo.

Un certo numero di gravi violazioni dei diritti umani sono state documentate: nei programmi di servizio militare/ nazionale dello Stato (il servizio militare/ nazionale a tempo indeterminato è spesso citato dagli eritrei come la ragione principale per lasciare l'Eritrea), e nei centri di detenzione, sia militari che civili. La Commissione ha descritto casi di rappresaglia per presunti comportamenti dei membri della famiglia, il controllo capillare sulla libertà di religione, violenza sessuale e di genere (lo stupro e la servitù domestica nei centri di addestramento militare e nell'esercito rimangono impuniti), così come le violazioni della libertà di espressione, di riunione e di associazione, e la violazione del diritto alla vita.

Nel 2015, il Consiglio dei Diritti Umani ha esteso il mandato della Commissione d'Indagine sui diritti umani in Eritrea per un altro anno con la risoluzione 29/18, ribadendo il suo invito al governo eritreo a cooperare pienamente con la Commissione. Come è avvenuto nel corso del primo mandato della Commissione, il governo non ha risposto alle sue ripetute richieste di accesso. Data la sua limitata capacità di organizzare un incontro diretto con i funzionari eritrei, la Commissione si è basata, se rilevanti, sulle informazioni rilasciate dal governo.

Durante il periodo in esame, la Commissione non ha rilevato alcun miglioramento per quanto riguarda le violazioni più critiche di diritti umani in Eritrea documentate nel suo primo rapporto. La Commissione conclude che vi sono fondati motivi per ritenere che i funzionari eritrei abbiano commesso gravi violazioni dei diritti umani in Eritrea, incluso quando queste violazioni possono costituire crimini contro l'umanità, in modo persistente, diffuso e sistematico dal maggio 1991.

La Commissione chiede al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite di deferire la situazione in Eritrea al Procuratore del Tribunale Penale Internazionale per l'esame, e che gli Stati membri delle Nazioni Unite esercitino il loro obbligo di perseguire o estradare qualsiasi individuo sospettato di crimini internazionali presenti sul proprio territorio.

 

Per leggere l'intero rapporto, visita:

http://www.ohchr.org/EN/HRBodies/HRC/CoIEritrea/Pages/2016ReportCoIEritrea.aspx

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