COVID-19: le misure di protezione sociale per gli sfollati

La sede centrale dell’UNHCR a Ginevra, Svizzera La sede centrale dell’UNHCR a Ginevra, Svizzera © Photo by Diegograndi su iStock

Questo articolo è una presentazione del rapporto della Divisione Resilienza e Soluzioni dell'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati

Con il presente rapporto, l'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) ha indagato l'impatto sproporzionato che il COVID-19 ha avuto su categorie particolarmente vulnerabili, come i rifugiati e le altre ‘Persons of Concern’ (PoC) - che includono: richiedenti asilo, rimpatriati, apolidi e sfollati interni. Infatti, la maggior parte di loro dipende dal settore informale per il reddito e le recenti misure di lockdown hanno determinato la perdita del lavoro, senza la possibilità di accedere al sostegno statale al reddito. Oltre a questo impatto socio-economico, le persone forzatamente dislocate mancano di un accesso ai servizi sanitari. Alcuni paesi, tuttavia, hanno recentemente deciso di includere i rifugiati e altri PoC nei programmi governativi di protezione sociale. L'inclusione dei rifugiati nei sistemi di protezione sociale include: l'accesso ai trasferimenti di denaro, ai programmi di lavoro pubblico e alla formazione e una serie di servizi economici e sociali. 

Il documento identifica 4 modalità per gli sfollati di beneficiare delle risposte di protezione sociale del governo al COVID-19. La prima riguarda processi amministrativi e di iscrizione flessibili per i rifugiati e i richiedenti asilo per accedere al sostegno governativo. L'adattamento dei sistemi nazionali di asilo ha costituito un grande passo avanti per i paesi europei colpiti dal COVID-19 verso l'inclusione dei rifugiati. È il caso del Portogallo, il cui governo ha deciso di estendere la validità di tutti i documenti almeno fino al 30 ottobre, garantendo così l'accesso ai servizi di protezione sociale (servizi sanitari nazionali e prestazioni di sicurezza sociale).

La seconda modalità consiste nell'assistenza sociale non contributiva per soddisfare i bisogni di base e ridurre i rischi di protezione: i governi stanno estendendo i pacchetti di trasferimenti in contanti e in natura. Per esempio, in Sudafrica il governo ha fornito una nuova forma di sostegno ai rifugiati, i sussidi di disoccupazione COVID-19 Social Relief of Distress (SRD) Grant (21 dollari al mese). In altri casi, l'UNHCR ha allineato i progetti di trasferimento di denaro con i programmi di assistenza sociale del governo. Questo è successo in Pakistan, dove il Programma di assistenza in denaro dell'UNHCR rispecchia la strategia di destinazione e l'entità del sussidio del programma governativo Ehsaas Emergency Cash Programme. 

Nel terzo caso, i rifugiati e i richiedenti asilo possono beneficiare dell'accesso al sostegno del mercato del lavoro. Per aumentare il reddito dei lavoratori rifugiati, alcuni governi hanno fornito sussidi salariali ai lavoratori formali (Irlanda, Portogallo, Nuova Zelanda, Canada, Germania, Italia); mentre altri hanno riconosciuto le qualifiche professionali sanitarie straniere (in tutte le Americhe e in Francia, Regno Unito, Stati Uniti, Australia, Austria, Danimarca). Nello specifico, il governo brasiliano ha introdotto un sussidio mensile di reddito di base di emergenza per i lavoratori informali e formali disoccupati di 600 BRL (120 dollari) fino a dicembre 2020.  

Infine, vi è la flessibilità aggiunta all'assicurazione sanitaria sociale e ai benefici sul posto di lavoro per coloro che sono già registrati e/o contribuiscono ai sistemi nazionali di sicurezza sociale. Alcuni governi stanno assicurando o rafforzando le prestazioni dell'assicurazione sociale (Estonia, Belgio, Islanda, Italia, Moldavia, Svezia e Brasile), mentre altri stanno aumentando l'accesso temporaneo all'assicurazione sanitaria subordinato alla registrazione (Grecia e Perù).

La pandemia di COVID-19 ha dimostrato che, dove possibile e quando c'è la volontà politica, i governi mettono in atto programmi di protezione sociale per l'inclusione di rifugiati e richiedenti asilo. Tuttavia, questo non è sempre il caso, poiché molti paesi con risorse limitate non sono in grado o non vogliono sostenere e includere queste categorie vulnerabili. In questo contesto l'UNHCR gioca un ruolo fondamentale nell'assistere i governi nell'inclusione delle persone forzatamente dislocate nei programmi nazionali. Per esempio, esso sostiene la continuazione e l'apertura di nuove opportunità di lavoro per i rifugiati durante il COVID-19. 

Questo particolare periodo storico di diffusa incertezza richiede misure d'emergenza e tempestive per affrontare bisogni specifici di protezione nel breve termine. Ma, come sottolineato dall'Alto Commissario, è anche importante applicare una prospettiva a medio e lungo termine volta a costruire la resilienza, attraverso servizi nazionali e politiche di protezione sociale più inclusive. 

 

Per saperne di più:

https://reliefweb.int/sites/reliefweb.int/files/resources/Social%20protection%20responses%20to%20COVID-19%20for%20forcibly%20displaced%20persons%20%281%29.pdf 

https://www.unhcr.org/5ecfacab4 

 

Author: Laura De Pascale; Editor: Catherine Meunier

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