Rifugiati siriani in Libano: analisi su coesione sociale e stabilità

Rifugiati siriani che si abbracciano nel campo Rifugiati siriani che si abbracciano nel campo © Photo by cloverphoto su iStock

Questo articolo è una breve presentazione del rapporto dell'Overseas Development Institute (ODI) sulla coesione sociale e la stabilità in Libano.

Alla fine del 2019, il Libano ospitava circa 1,5 milioni di rifugiati siriani (Lebanon Crisis Response Plan 2017-2020, aggiornamento del 2019). Infatti, la guerra civile in Siria, che dura da quasi dieci anni, ha innescato una delle peggiori crisi umanitarie del nostro tempo. In risposta alla crisi, il Programma alimentare mondiale (WFP) ha lanciato la ‘multi-purpose cash (MPC) assistance’, che consiste in un trasferimento di denaro illimitato per 12 mesi in supporto a 23.000 famiglie di rifugiati siriani in Libano.  

Il rapporto dell'ODI esplora la ‘MPC assistance’ del WFP ai rifugiati siriani in Libano e i suoi effetti sulla coesione e stabilità sociale sia tra i rifugiati stessi che tra i rifugiati e le comunità ospitanti. 

Il primo risultato ottenuto dalle 270 interviste fatte nella Valle della Bekaa mostra che la MPC aiuta il beneficiario a interagire e socializzare con altri rifugiati siriani. Il fatto che non tutti coloro che ne hanno bisogno ricevono la MPC genera sentimenti di compassione e disagio verso i non beneficiari da parte di chi, invece, riceve la MPC. Per quanto riguarda il rapporto tra i rifugiati siriani e le comunità libanesi ospitanti, i risultati rivelano un atteggiamento ambivalente: alcuni intervistati libanesi vedono la MPC come ingiusta (soprattutto in contesti di alti livelli di povertà); mentre altri vedono la MPC come un modo per ridurre la tensione tra i rifugiati e la comunità.

Le aree di ricerca in cui sono emersi sentimenti più contrastanti - da parte degli intervistati libanesi - sono quelle relative al mercato del lavoro e all'economia locale e all'accesso ai servizi (salute, istruzione e alloggio/rifugio). Per quanto riguarda la prima area, recenti pubblicazioni sottolineano il fatto che i libanesi percepiscono i rifugiati siriani come una minaccia nel mercato del lavoro, che già di per sé offre poche opportunità. Questa percezione negativa può essere dannosa per la coesione e la stabilità sociale. I risultati rivelano inoltre che la MPC permette ai rifugiati siriani di accettare lavori meno pagati e, allo stesso tempo, di rifiutare lavori di sfruttamento, denotando un importante effetto emancipatorio. 

Ottimisticamente, il rapporto dimostra che la MPC è percepita come benefico per l'economia locale, poiché permette ai rifugiati siriani di spendere soldi per i servizi locali. Anche questo - potenzialmente - contribuisce alla coesione e alla stabilità sociale.

 La MPC ha anche un'implicazione positiva sulla relazione tra i rifugiati siriani e i proprietari libanesi, rafforzandone le dinamiche di fiducia: permette ai beneficiari di ridurre i debiti accumulati e di pagare l'affitto in tempo. Al contrario, l'interruzione o la mancata ricezione è connessa a ritardi o parziali pagamenti dell'affitto. Inoltre, i beneficiari di MPC sono maggiormente in grado di sostenere i costi di accesso ai servizi sanitari, migliorando, così, le relazioni tra i rifugiati siriani e i fornitori di servizi sanitari. D'altro canto, il mancato ricevimento e l'interruzione producono debiti legati all'assistenza sanitaria, che generano tensioni con le comunità ospitanti (poiché i rifugiati siriani sono percepiti come una pressione aggiuntiva sui servizi locali). 

Infine, nel campo dell'istruzione e della scuola, il principale ostacolo all'interazione tra studenti siriani e libanesi deriva dalla natura del sistema del doppio turno, che era stato implementato per far fronte all'afflusso di studenti. In generale, gli intervistati hanno una percezione positiva degli insegnanti: si ritiene che siano giusti e che riservino lo stesso trattamento a tutti gli studenti. Tuttavia, le tensioni non mancano: alcuni intervistati libanesi, infatti, ritengono che l'aumento nel numero di bambini che accedono alle scuole abbia portato a un declino della qualità dell'istruzione. 

Dunque è chiaro che dinamiche positive si affiancano a dinamiche negative, le quali rischiano di aumentare le tensioni tra i rifugiati siriani vulnerabili e i libanesi vulnerabili. Lo studio evidenzia, in particolare, il fatto che gli effetti della MPC sulla coesione e la stabilità sociale non possono essere analizzati interamente su scala sociale, poiché le donne e le ragazze hanno meno interazioni delle loro controparti maschili. Infine, molti degli effetti negativi sulla coesione sociale non sono da attribuire al sistema di MPC in sè per sè, ma piuttosto al più ampio contesto nazionale, con le sue le politiche sociali e del lavoro: la situazione economica e politica del Libano è probabilmente la causa principale alla base della mancanza di coesione e stabilità sociale tra i rifugiati siriani e le comunità ospitanti. Si dovrebbe fare di più, quindi, a livello di attuazione delle politiche nazionali. 

Per saperne di più:

https://www.nrc.no/globalassets/pdf/reports/social-cohesion-and-stability-between-syrian-refugees-and-host-communities/odi---social-stability---26112020.pdf

 

Autore: Laura De Pascale; Editor: Catherine Meunier

 

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