Le prospettive di pace dopo la guerra in Nagorno-Karabakh

Bandiera dell'Azerbaigian Bandiera dell'Azerbaigian © Photo by Hikmat Gafarzada on Unsplash

Questo articolo è una breve presentazione del rapporto dell'International Crisis Group sul cessate il fuoco nel Nagorno-Karabakh mediato dalla Russia 

Questo rapporto scritto dall'International Crisis Group delinea i recenti sviluppi della guerra in Nagorno-Karabakh, le conseguenze politiche del cessate il fuoco firmato il 9 novembre 2020 e l'impatto brutale della guerra sugli abitanti della regione. L'Internationational Crisis Group (ICG) è un'organizzazione no profit non governativa dedicata alla prevenzione e alla risoluzione dei conflitti. L' ICG opera raccogliendo dati sul campo e proponendo possibili politiche per mitigare o porre fine ai conflitti. 

Il Nagorno Karabakh è una regione del Caucaso meridionale popolata da una maggioranza etnica armena, in precedenza appartenente alla Repubblica Sovietica dell'Azerbaigian. Con la caduta dell'Unione Sovietica, il Nagorno-Karabakh ha dichiarato la propria indipendenza nella speranza di ricongiungersi all'Armenia, scatenando nel 1992 un conflitto tra Armenia e Azerbaigian sullo status della regione, riconosciuta come territorio azerbaigiano dal diritto internazionale. Il cessate il fuoco raggiunto nel 1994 ha stabilito il controllo armeno su sette regioni intorno al Nagorno-Karabakh, creando una zona cuscinetto tra quest'ultimo e l'Azerbaigian e istituendo un governo e un esercito de facto nella regione. Il cessate il fuoco non ha però posto fine alla violenza, poiché gli scontri tra i due Stati sono proseguiti per 26 anni degenerando il 27 settembre 2020 in un vero e proprio conflitto. Dopo sei settimane di combattimenti tra gli armeni e le forze del Nagorno-Karabakh da un lato e le forze azere sostenute dalla Turchia dall’altro, è stato approvato un cessate il fuoco mediato dai russi che ha cementato le conquiste militari dell'Azerbaigian. 

Cinquemila militari e centinaia di civili hanno perso la vita in queste sei settimane di conflitto, mentre sono  decine di migliaia le persone sfollate. Il cessate il fuoco prevede scambi di prigionieri di guerra, compresi quelli catturati nei 26 anni precedenti, che hanno già avuto inizio.  Ciononostante, l’ICG ha riferito che i prigionieri di guerra sono stati vittime di violenze brutali da entrambe le parti. Soprattutto in Armenia sono stati segnalati numerosi maltrattamenti ai prigionieri alcuni dei quali sono stati vittime di decapitazioni. L'Armenia ha dichiarato che centinaia di militari e civili sono ancora dispersi, mentre l'Azerbaigian ha denunciato la scomparsa di 100 soldati e il maltrattamento di due prigionieri di guerra. A fronte di questi trattamenti brutali, l'Armenia e l'Azerbaigian hanno presentato ricorso alla Corte Europea dei Diritti dell'Uomo, ognuno accusando l’altro di violazioni dei diritti umani.  Le autorità russe hanno messo a disposizione personale civile per fornire aiuti umanitari alla popolazione insieme alla Mezzaluna Rossa turca. 

Una questione particolarmente preoccupante è il ritorno dei rifugiati. Il conflitto ha spinto gli abitanti di etnia armena del Nagorno-Karabakh a cercare rifugio in Armenia. Come riportato dall'ICG, le autorità russe hanno fornito servizi di trasporto dall'Armenia a Stepanakert, la capitale del Nagorno-Karabakh, per aiutare circa 100.000 rifugiati a tornare alle loro case. Nel contempo, le autorità azere hanno stimato che all’incirca un milione di persone di etnia azera fuggite  dal Nagorno-Karabakh nella guerra del 1992 intende tornare ai propri possedimenti nella regione, cosa che l’Azerbaigian ha sostenuto promettendo di finanziare la ricostruzione delle proprietà dei rimpatriati. Nel frattempo, il conflitto ha distrutto innumerevoli case della zona e ha causato lo sfollamento di 17.000 armeni residenti nei territori ora controllati dall’Azerbaijan, con poche probabilità di tornare alle loro abitazioni. Le autorità azere hanno stimato che la ricostruzione richiederà circa 100 miliardi di dollari che il governo pretende dall'Armenia come risarcimento per la guerra.

Il cessate il fuoco firmato il 9 novembre ha rovesciato lo status quo del 1994, confermando la vittoria dell' Azerbaigian sulle regioni precedentemente controllate dall'Armenia intorno al Nagorno-Karabakh e su alcuni territori della regione stessa. Come parte dell’accordo, la Russia ha stanziato i suoi peacekeepers nelle aree non controllate dall'Azerbaigian, attualmente ancora detenute dalle forze de facto del Nagorno-Karabakh. Il cessate il fuoco ha ridisegnato gli equilibri politici nel Caucaso meridionale, ma non ha chiarito il futuro del Nagorno-Karabakh né il ruolo dei peacekeepers russi, perché la situazione attuale non consente una risoluzione definitiva. Infatti, mentre durante i negoziati prebellici l'Azerbaigian si era mostrato incline a concedere una parziale autonomia alla regione, ora che ha conquistato parte del territorio, il governo non è più propenso a concedere l'autonomia, limitando le concessioni a privilegi in materia culturale, come la lingua e l'istruzione. 

Il cessate il fuoco prevede una più profonda integrazione economica tra i due rivali, nella speranza che la cooperazione in campo economico si estenda poi a quella politica.  Nel frattempo, la Russia e la Turchia sorveglieranno l’implementazione del cessate il fuoco in un centro di monitoraggio ad Agdam, uno dei territori adiacenti conquistati dall'Azerbaigian. Il coinvolgimento in prima linea della Russia e della Turchia preoccupa gli altri membri del Gruppo di Minsk dell'Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa (OSCE), un forum multilaterale per facilitare i negoziati tra le parti in guerra, che si sono sentiti isolati dal ruolo dominante della Russia nelle negoziazioni. La Federazione non si è però opposta all'intervento di parti terze e ha invece esortato la loro partecipazione al finanziamento della ricostruzione. In conclusione, l’ICG suggerisce una più ampia cooperazione tra la Russia, la Turchia e le potenze occidentali per raggiungere una soluzione permanente alla questione del Nagorno-Karabakh.  

 

Per saperne di più:

https://reliefweb.int/sites/reliefweb.int/files/resources/b091-improving-prospects-nagorno-karabakh-war.pdf

https://www.bbc.com/news/world-europe-54366616

https://www.bbc.com/news/world-europe-54882564 

 

Autore: Carla Leonetti; Editor: Francesca Mencuccini

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