La minaccia delle mine antipersona per i civili

Una mina antipersona Una mina antipersona © Army Corps of Engineers photo

Questo articolo è una presentazione del nuovo rapporto annuale del Landmine and Cluster Munition Monitor 

La Campagna internazionale per la messa al bando delle mine antiuomo (ICBL) si impegna a porre fine all'uso, alla produzione, allo stoccaggio e al trasferimento di mine antipersona e a distruggere le scorte, a sgomberare le aree minate e ad assistere le comunità colpite. Questo rapporto contiene dati aggiornati sulle mine terrestri rimaste nel mondo e mira a informare la comunità internazionale sulla prevenzione e la detonazione di queste armi letali.

Landmine and Cluster Munition Monitor svolge attività di ricerca e monitoraggio per l'ICBL con l'obiettivo di rendere i governi responsabili dei loro obblighi nei confronti delle mine antipersona e delle munizioni a grappolo. Ciò avviene attraverso un'ampia raccolta, analisi e distribuzione di informazioni pubblicamente disponibili su tutti gli aspetti delle mine, a beneficio della comunità internazionale nel suo complesso.

Secondo i dati raccolti, il 2019 è stato il quinto anno consecutivo con un elevato numero di vittime registrate a causa dell'uso indiscriminato di mine antipersona e anticarro, anche improvvisate, nonché di munizioni a grappolo e altri residuati bellici esplosivi. La situazione è stata aggravata dal diffondersi della pandemia di Covid-19 all'inizio del 2020, che ha complicato la situazione e rallentato l'attuazione del trattato per porre fine alle sofferenze causate dalle mine.

La situazione riportata nell'ottobre 2020 mostra che 60 Stati e diverse altre aree sono contaminati da mine antipersona inclusi 33 Stati firmatari del Trattato per la messa al bando delle mine, 22 Stati non firmatari e cinque altre aree. Nel 2019 almeno 156 km² di terreno sono stati dichiarati liberi da mine e più di 123.000 mine antipersona sono state bonificate e distrutte. Rispetto al 2018, ciò rappresenta un aumento di oltre 146 km² di terreno bonificato e quasi 98.000 mine antipersona distrutte. Nel 2019-2020, molti Stati hanno indicato miglioramenti all'accessibilità, nella qualità o nella quantità dei servizi per le vittime. Tuttavia, nel 2020 la pandemia ha aggravato il problema della scarsità di risorse per le attività di assistenza alle vittime in molti Paesi. Le vittime, soprattutto nelle aree remote, già non avevano un adeguato ai servizi adeguati e con la pandemia si sono trovate in maggiore difficoltà.

Al fine di prevenire gli incidenti dei civili legati alle mine, l'educazione al rischio è una componente essenziale per la protezione delle persone. Nonostante la sua importanza, nell'ultimo decennio ha ricevuto spesso scarsi riconoscimenti dalla comunità internazionale e, di conseguenza, è stata spesso sotto finanziata. Inoltre, a causa della pandemia, l'educazione al rischio è stata gravemente svantaggiata perché le sessioni di presenza -che sono il modo più appropriato per raggiungere le comunità colpite e per promuovere un cambiamento comportamentale- sono state sospese. Ciononostante, gli operatori hanno cercato modi innovativi utilizzando metodi digitali e combinando l'educazione al rischio e la messaggistica relativa alla prevenzione del Covid-19.

A differenza di altre armi da guerra, le mine terrestri colpiscono in modo indiscriminato  e la loro minaccia dura a lungo dopo i conflitti per i quali sono state create. Per evitare che altri civili siano colpiti da queste armi, è necessario eliminare completamente le mine rimanenti.

 

Per saperne di più:

http://www.the-monitor.org/media/3168934/LM2020.pdf

http://www.icbl.org/en-gb/home.aspx

https://www.un.org/disarmament/convarms/landmines/

 

Autore: Carla Pintor

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