Insecurity Insight è un'organizzazione no-profit che esamina le minacce per le persone che vivono e lavorano in ambienti pericolosi. I suoi innovativi metodi di raccolta e analisi dei dati aiutano a trovare soluzioni migliori per coloro che sono coinvolti nella protezione degli operatori sanitari, degli educatori, degli sfollati interni e dei rifugiati. Il loro scopo è quello di dare potere a coloro che forniscono servizi vitali e dare voce a coloro che sono colpiti dall'insicurezza. Questo rapporto, aggiornato a Novembre, analizza importanti dati sulla salute e la sicurezza degli operatori sanitari durante l'emergenza Covid-19, con particolare attenzione alla situazione di conflitto nel Nagorno-Karabakh.
I dati utilizzati in questo rapporto sono stati raccolti da due categorie di fonti: gli incidenti di sicurezza verificati e inviati a Insecurity Insight da parte delle agenzie partner di Aid in Danger e gli incidenti confermati pubblicati sul sistema di sorveglianza dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) per gli attacchi all'assistenza sanitaria (SSA) pubblicamente disponibile; e le informazioni open-source, pubblicate in Attacks on Health Care Monthly News Briefs, nel progetto Armed Conflict Location and Event Data (ACLED) e altre fonti.
Tra gennaio e settembre 2020, Insecurity Insight ha registrato 1.025 incidenti in 85 Paesi che hanno avuto un impatto negativo sull'assistenza sanitaria. Durante questo studio, gli incidenti sono stati classificati come correlati alla Covid-19 e/o al conflitto, facendo così riferimento a qualsiasi atto di violenza verbale o fisica, ostruzione o minaccia di violenza che interferisca con la disponibilità, l'accesso e la fornitura di servizi sanitari nel contesto della pandemia Covid-19 e/o che sia stato compiuto da attori del conflitto.
C’è da notare che medici e infermieri sono più a rischio nelle aree di conflitto, ad esempio: Afghanistan, Camerun, Repubblica Democratica del Congo, Messico, Nigeria, Libia e Yemen. Inoltre, in seguito all'intensa escalation dei combattimenti nella regione del Nagorno-Karabakh, iniziata il 27 settembre, molti operatori sanitari sono stati uccisi e gli ospedali sono stati danneggiati. Il risultato degli attacchi ha coinvolto più di 300.000 sfollati e danni alle infrastrutture civili.
L'impatto di Covid-19 in quest’area di conflitto aggrava la situazione in entrambi i paesi. Ad esempio, in Armenia si è già osservata una drammatica accelerazione nella trasmissione del virus, con più di 3.600 infezioni ogni 100.000 persone, collocando il paese tra i primi dieci in termini pro capite per quanto concerne i casi di Covid-19. In questa situazione, medici e infermieri continuano a curare i feriti dei combattimenti, anche se sono risultati positivi al Covid-19, aggravando ulteriormente la contagiosità del virus.
Le organizzazioni internazionali chiedono ai governi e ai leader di affrontare le minacce alla sicurezza degli operatori sanitari e dei pazienti. A tale proposito, Tedros Adhanom Ghebreyesus, Direttore Generale dell'OMS, ha affermato che la pandemia di Covid-19 ha ricordato il ruolo vitale che gli operatori sanitari svolgono nel salvare vite umane. A suo parere, nessun Paese, ospedale o clinica può tenere al sicuro i propri pazienti se non lo sono anche gli operatori sanitari.
Per saperne di più:
https://www.who.int/news/item/17-09-2020-keep-health-workers-safe-to-keep-patients-safe-who
https://europost.eu/en/a/view/over-90-000-health-workers-infected-with-covid-19-worldwide-28669
Autore: Carla Pintor