L’impatto a lungo termine delle armi esplosive nelle aree popolate in Yemen

Aden, macerie di una città distrutta dai bombardamenti Aden, macerie di una città distrutta dai bombardamenti © Humanity & Inclusion

Questo articolo è una breve presentazione del rapporto di Humanity & Inclusion sull’impatto a lungo termine delle armi esplosive nelle aree popolate in Yemen

Humanity & Inclusion (HI), co-fondatore dell’International Network on Explosive Weapons, ha pubblicato a maggio uno studio sull’impatto a lungo termine dell’uso delle armi esplosive in aree popolate in Yemen.

Nel 2020, lo Yemen è entrato nel sesto anno di conflitto. Anche prima di trasformarsi in una zona di guerra, il paese dipendeva principalmente da importazioni, era caratterizzato da una generalizzata debolezza nelle sue infrastrutture pubbliche, da scarsità d’acqua e povertà diffusa. Oggi, i tre quarti della sua popolazione ha bisogno di aiuti umanitari per sopravvivere. 

L’uso delle armi esplosive ‘con effetti che si estendono su larghe aree’ nelle zone popolate è stato molto diffuso nel conflitto che devasta il paese, causando non solo ‘conseguenze letali per i civili’, ma anche avendo ‘un impatto drammatico sulle sue infrastrutture e sistemi sui quali la sua popolazione civile dipende a fine di avere accesso a servizi essenziali.’

Lo studio definisce le armi esplosive come ‘una categoria di armi che proietta uno scoppio esplosivo, calore e frammentazione attorno ad un punto di detonazione.’

Gli effetti causati dalle armi esplosive sono categorizzati in tre livelli: (1) effetti primari, rappresentati dagli ‘impatti immediati causati dall’onda d’urto ad alta pressione causata dall’esplosione che risulta dalla detonazione delle armi esplosive’, e che risultano in ‘immediati danni fisici e morte’; (2) effetti secondari, che sono ‘creati dall’interazione dell’onda d’urto e l’ambiente in cui le armi esplosive detonano’, e che causano danni fisici e morte tra la popolazione civile per causa del ‘collasso strutturale degli edifici, frammenti di vetro, o incendi’; (3) effetti terziari, anche conosciuti come ‘effetti di ritorno’, che consistono nell ‘impatto a lungo termine sulle condizioni di vita della popolazione a causa del danno creato dalle armi esplosive’, e che causano ‘danni o distruzione di infrastrutture vitali, quali abitazioni, sistemi di sanitizzazione, strutture mediche, e mezzi di sostentamento’, e includono ‘il largo spettro di conseguenze che sono causate dalla riduzione dell’accesso ai servizi e la distruzione delle infrastrutture di cui la popolazione ha bisogno per la sua sopravvivenza.’ Lo studio si concentra sulla terza categoria di effetti, gli effetti ‘terziari, ‘a lungo termine’, o ‘di ritorno’.

Dall’inizio del conflitto in Yemen, sono stati registrati oltre 40,000 eventi di conflitto armato. Tra essi, ‘è stato fatto uso di quasi ogni tipologia di arma esplosiva.’ I civili sono le vittime di un uso consistentemente indiscriminato di armamenti esplosivi, includendo anche ‘armamenti proibiti come mine antiuomo e munizioni a grappolo.’

Il porto di Hodeidah è il più grande dello Yemen, e rappresenta ‘un nodo essenziale per la sicurezza alimentare del paese.’ Prima del conflitto, lo Yemen importava quasi il ‘90 per cento dei beni considerati essenziali, ad inclusione di cibo, medicine e carburante.’

Durante i primi mesi del conflitto, ad Agosto 2015, il porto è stato seriamente danneggiato da bombardamenti. Il risultato è stata una immediata riduzione della sua capacità di ‘ricevere importazioni di prima necessità’, sulle quali il paese dipende. Tra i bombardamenti e settembre dello stesso anno, ‘vi è stato un aumento del 28 per cento nel prezzo del cibo’ in tutto il paese.

Anche prima del conflitto, ‘il sistema stradale dello Yemen era sottosviluppato; di 50,000 km di strade in tutto il paese, solo 14,000 km erano asfaltati.’ Per il 2019, la Banca Mondiale ha stimato che più del 24 per cento del sistema stradale del paese era stato ‘parzialmente o totalmente distrutto a causa del conflitto.’ Il Cluster di protezione delle Nazioni Unite in Yemen ha registrato 91 eventi di bombardamenti che hanno colpito le strade principali’, e che sono risultati in ‘ostacoli al loro accesso o restrizioni nella libertà di movimento per oltre 1 milione di famiglie.’ La distruzione delle strade comporta anche un danno a tutti i servizi, ‘poiché beni e persone non possono più muoversi in maniera efficiente o sicura.’ Per esempio, un viaggio dai porti principali del paese a Sana’a, ed altre città principali, che richiedeva due giorni prima del conflitto, ‘adesso può anche richiedere fino a cinque giorni.’ La conseguenza: il costo di beni essenziali come grano, farina e acciaio è triplicato dal 2015. Inoltre, l’impatto delle ‘chiusure stradali e la distruzione dei nodi di trasporto’ ha aumentato la difficoltà di trasportare e consegnare aiuti umanitari, ‘di commerciare beni, di mantenere mezzi di sostentamento, e di accedere alle strutture mediche’.

Anche le ‘infrastrutture mediche dello Yemen erano deboli e primariamente collocate in aree urbane’ ben prima del conflitto. Più di ‘metà della popolazione yemenita, e fino ai due terzi dei residenti in zone rurali, non aveva accesso a servizi medici.’ Oggi, ‘quasi 19.7 milioni di persone non hanno accesso a servizi medici adeguati’, e il 49 per cento delle strutture mediche del paese non sono più ‘del tutto funzionali.’ La popolazione ha accesso a solo 10 lavoratori sanitari ogni 10,000 persone.

Tra il 2015 ed il 2017, Mwatana for Human Rights ha documentato 35 attacchi aerei contro 32 strutture mediche. Il governatorato più colpito è stato quello di Sa’ada, oggetto di 27 attacchi. Per esempio, un ospedale supportato da Medici Senza Frontiere del governatorato, nel distretto di Hayden, è stato distrutto da un attacco aereo il 26 Ottobre 2015. Unico ospedale ‘in un raggio di 80 chilometri, l’effetto di ritorno’ della sua distruzione è risultato in ‘200,000 persone senza accesso a cure mediche salvavita.’

Altri effetti di ritorno della distruzione di strutture mediche, identificati dalla Banca Mondiale, sono: ‘l’interruzione di campagne di immunizzazione, la creazione di focolai di malattie facilitati dalla vulnerabilità che è causata dalla malnutrizione, inadeguato accesso ad acqua e sanitizzazione, e un aumento nel vuoto di servizi medici a causa dello staff medico che scappa a causa dell’insicurezza causata dal conflitto.’ Inoltre, ‘le strutture mediche non danneggiate dalle armi esplosive sono comunque affette dai danni causati dalle armi esplosive sulle infrastrutture civili come strade o porti.’ Inoltre, la possibilità per i civili di ‘raggiungere servizi medici’ è ristretta ‘per lunghi periodi dopo la fine dei bombardamenti.’ Alcuni pazienti hanno ‘riferito di avere viaggiato fino a 16 ore per avere accesso a tali servizi.’ Questi ritardi possono risultare in danni permanenti, in particolare per le vittime con ferite molto complesse causate dalle armi esplosive.’

Le armi esplosive danneggiano anche le infrastrutture idriche, che sono di importanza critica in un paese che ha un clima dall’arido all’iper-arido, con limitate risorse idriche sotterranee. Prima del conflitto solo il 52 per cento della popolazione aveva accesso all'acqua potabile. Adesso, più dei due terzi della popolazione hanno bisogno di supporto WASH (Water, Sanitation and Hygiene). 12.6 milioni sono in bisogno acuto. E’ stato riferito da Oxfam che solo nelle prime sette settimane di conflitto, gli attacchi aerei hanno danneggiato “il 40 per cento dei sistemi di approvvigionamento acquiferi nei governatorati di Hajjah e Al Hodeidah”, quindi “negando a quasi 3 milioni di persone l’acqua potabile.”

Nel paese l’accesso all’acqua subisce impatti negativi anche ‘dall’innalzamento dei prezzi del carburante, causato dall’embargo in Yemen ma anche la distruzione di strade e porti necessari all’importazione di beni.’ In alcune aree del paese, il prezzo dell’acqua in bottiglia è aumentato del 45 per cento. Tutti questi impatti indiretti causati dall’uso di armi esplosive risultano anche nell’aumento ‘della vulnerabilità della popolazione a malattie che si diffondono tramite l’acqua, come ad esempio il colera.’

Le armi esplosive hanno anche un impatto a lungo termine su specifiche categorie di popolazione del paese. Gli sfollati, che ammontano a 3.65 milioni di persone sono ‘i più vulnerabili.’ Essendo già ‘fuggiti dalle loro case a causa dei bombardamenti’, gli sfollati vedono le risorse e i servizi necessari alla loro sopravvivenza messi a rischio dalle armi esplosive. Anche i campi in cui sono temporaneamente accolti sono attaccati frequentemente.

I disabili sono ‘i più marginalizzati nelle comunità affette da conflitti.’ I servizi sono interrotti, e le risorse disponibili diminuiscono notevolmente. HI ha riportato che l’86 per cento delle persone con disabilità in Yemen ha problemi nell’accedere servizi ‘a causa delle barriere come l’accesso fisico e la sicurezza durante i movimenti, e della discriminazione economica e sociale.’ Prima del conflitto, vi erano circa 3 milioni di persone disabili in Yemen. Ora, un altro milione di persone con ‘bisogni specifici sono state identificate, incluse persone disabili, donne e bambini con famiglie a carico, anziani non accompagnati, persone sopravvissuta a traumi, ed altre donne e bambini a rischio.’ Inoltre, i danni fisici causati dalle armi esplosive ‘causano casi complessi tra  sopravvissuti, come danni alla spina dorsale e amputazioni.’ Queste ferite richiedono ‘servizi specializzati a lungo termine’, ‘la cui disponibilità è limitata in Yemen.’

Le donne e le bambine, che in una società come quella yemenita sono responsabili dei ruoli domestici e di cura dei familiari, vedono gli impegni pratici di cui sono incaricate rendersi più impegnativi e pericolosi, come conseguenza della distruzione di infrastrutture essenziali. Inoltre, le donne sono disproporzionalmente colpite dai danni causati alle strutture mediche. 1.14 milioni di donne incinte o che allattano sono in fase di malnutrizione acuta.

Il futuro dei bambini è minacciato dalla distruzione di scuole e servizi educativi. 256 scuole sono state distrutte dalle armi esplosive fino al 2019. I bambini sono inoltre ‘tra le categorie che dipendono di più dal fragile sistema di infrastrutture nello Yemen’, e 2.1 milioni di bambini sotto i 5 anni sono acutamente malnutriti. Anche a causa del loro comportamento naturalmente tendente al prendere rischi, ‘i bambini sono tra le categorie che la contaminazione causata dalle armi esplosive mette più a rischio’: spesso ‘raccolgono armamenti inesplosi, e anche ordigni improvvisati senza accorgersi del pericolo.’ Save the Children ha dichiarato quest’anno che ‘più della metà dei bambini in Yemen ha dichiarato di avere sentimenti di tristezza e depressione.’

Gli effetti di ritorno della contaminazione causata dalle armi esplosive è un altro problema che ‘segnerà la popolazione dello Yemen per decenni.’ Questo perché ‘gli ordigni gettati dal cielo sono difficili da rimuovere, e richiedono molto tempo. Inoltre, questo tipo di armi esplosive si verificano come difettose fino al 10 per cento delle volte in cui vengono impiegate-

Lo studio di HI termina con delle raccomandazioni sul come affrontare gli effetti terziari delle armi esplosive.

Innanzitutto, l’Organizzazione raccomanda alla comunità internazionale di ‘riconoscere i gravi e durevoli effetti indiretti, o di ritorno dell’uso delle armi esplosive, che devastano le dimensioni economiche, sanitarie e sociali di una società.’

Tutte le nazioni sono sollecitate di impegnarsi ad ‘evitare l’uso di armi esplosive con effetti ad ampio raggio in zone popolate’, come richiesto dal Segretario Generale delle Nazioni Unite e dal Comitato Internazionale della Croce Rossa. La forma raccomandata è quella di una dichiarazione politica, ‘che dovrebbe descrivere e riconoscere l’impatto negativo umanitario delle armi esplosive’, e di impegnarsi ad evitare il loro uso in zone popolate.

Infine, HI richiede una dichiarazione che riconosce gli effetti diretti e indiretti delle armi esplosive, e che ‘deve riconoscere i diritti e i bisogni di tutte le vittime nel ricevere assistenza adeguata, che sia basata sui loro bisogni in una maniera non-discriminatoria’ e di ricevere ‘supporto verso la realizzazione completa dei loro diritti e la loro piena partecipazione nelle loro società.’

 

Per saperne di più:

https://humanity-inclusion.org.uk/sn_uploads/document/2020-05_Report-YEMEN-Explosive-Weapons-Death-Sentence-to-Civilians_EN_Web.pdf

 

Autore: Philippe H. M. Leroy Beaulieu

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