Lo Humanitarian Response Plan 2018-2021 in Afghanistan

Bambini aspettano fuori da un ospedale situato in una zona rurale dell’Afghanistan Bambini aspettano fuori da un ospedale situato in una zona rurale dell’Afghanistan © EU/ECHO/Peter Biro

Questo articolo è una breve presentazione della revisione del rapporto “Humanitarian Response Plan Afghanistan” dell’ Humanitarian Programme Cycle

L’aggiornamento dell’Afghanistan Humanitarian Response Plan (HRP) 2018-2021 di metà 2020 è stato supervisionato dall’Ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento degli affari umanitari (UN-OCHA) a nome dell’Humanitarian Country Team (HCT) e dei suoi partner. Il rapporto delinea una visione condivisa dei partner sulla crisi in Afghanistan, sulle esigenze umanitarie più pressanti e sulla stima del numero di persone bisognose di assistenza. Il documento si presenta dunque come un piano congiunto di risposta. 

La revisione di metà anno dell’HRP Afghanistan si basa sugli sforzi fatti dal governo di Kabul, dal Ministro della salute,dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (WHO) e dal Multi-Sector Humanitarian Country Team (HCT) per una pianificazione a lungo termine della risposta alla crisi umanitaria in corso. Dal nuovo documento emerge anche la necessità di lavorare più vicino agli attori della cooperazione e dello sviluppo per fornire una risposta che promuova anche la ripresa e la resilienza.

Considerando che il COVID-19 ha inciso negativamente sulle preesistenti crisi umanitarie e sui bisogni di sviluppo del Paese, il piano ha sviluppato una strategia che mette in primo piano i bisogni specifici e le priorità delle attività umanitarie in Afghanistan, ove il virus ha colpito più di 40 milioni di persone e ove le misure di lockdown hanno limitato l’accesso al lavoro e peggiorato le condizioni economiche. Per questo motivo il nuovo HRP chiede 1.1 miliardi di dollari per assistere 11.1 milioni di persone vulnerabili che sono state colpite duramente dalle conseguenze della pandemia, dalla violenza dai disastri naturali e da altri problemi. L’HRP revisionato mette in campo una nuova strategia per affrontare il COVID-19 con un approccio che promuove le azioni collettive e la cooperazione tra le agenzie per una risoluzione duratura dei problemi. Gli attori umanitari e quelli della cooperazione e sviluppo hanno pensato ad una programmazione conforme al piano governativo e allo United Nations Framework for the Immediate Socio-Economic Response to COVID-19, ma hanno lavorato anche con la World Bank per pianificare una risposta alla crisi basata sulla sicurezza sociale. 

Il nuovo HRP si pone tre obiettivi strategici per migliorare i problemi più critici legati alla salute fisica e mentale, alle condizioni di vita, alla protezione dei più vulnerabili, alla ripresa e alla costruzione della resilienza. Il primo obiettivo “salvare le vite nelle aree di maggiore necessità” si concentra sull’assistenza urgente per garantire la sopravvivenza delle persone e per prevenire la mortalità e sugli interventi in risposta ai conflitti, alle catastrofi naturali e alla pandemia. Le azioni umanitarie di questo obiettivo includono: (i) la prevenzione della diffusione e la risposta al COVID-19; (ii) la salvaguardia della sicurezza civile e la prevenzione della disabilità; (iii) la lotta alla grave insicurezza alimentare e alla malnutrizione che mira fornire assistenza alimentare e altri mezzi di sostentamento a 9,8 milioni di persone, inclusi i gruppi più vulnerabili i cui bisogni sono stati aggravati dalla pandemia; (iv) l'ampliamento dei servizi per l'assistenza sanitaria fisica e mentale; (v) un accesso maggiore ai servizi igienico-sanitari, all'acqua pulita e all'alloggio; (vi) il rafforzamento del coordinamento tra gli operatori umanitari e gli attori della cooperazione attraverso il quale si svilupperà un approccio comune alla pianificazione degli interventi che non lascerà indietro nessuno. Il secondo obiettivo strategico “ridurre le violazioni che riguardano la tutela dei più vulnerabili e aumentare il rispetto del diritto internazionale umanitario” si concentra soprattutto sulla saluta psico-fisica e sulla tutela degli individui. Le azioni pensate sono: (i) la gestione dei crescenti rischi legati al COVID-19 attraverso il miglioramento del sistema di monitoraggio grazie all’integrazione di nuovi indicatori e il supporto psicosociale; (ii) la diminuzione degli attacchi contro le scuole e le strutture sanitarie grazie ad un monitoraggio attivo dei casi di violazione del diritto internazionale umanitario con l’Health Cluster e al rafforzamento del settore dell’advocacy; (iii) ridurre i meccanismi di risposta negativi attraverso la promozione dei valori di sicurezza e dignità delle persone; (iv)  l'inclusione della comunità con un’attenzione alle tematiche di genere attraverso l’assistenza in materia legale, nella sicurezza, nella salute psicofisica agli sfollati interni (IDPs) a rischio, ai rimpatriati e a tutte le vittime della violenza di genere (GBV); (v) l’aumento della responsabilità nei confronti delle persone colpite attraverso un potenziamento delle risorse per rafforzare la capacità e il coinvolgimento della comunità attraverso i progetti-pilota Integrated Area-Based Response e un meccanismo di monitoraggio dei ricorsi e delle preferenze delle persone interessate.

Il terzo obiettivo strategico "supportare i più vulnerabili nella costruzione della resilienza” garantisce alle persone più vulnerabili l'accesso ai servizi di base e l’assistenza necessaria per uscire dalla crisi, per recuperare e per costruire la resilienza. Le azioni  pensate per questo scopo comprendono: (i) il rafforzamento del fragile sistema sanitario indebolito dalla violenza armata e dalla pandemia in corso, incluso il sostegno alle persone con disabilità; (ii) il supporto alle persone più vulnerabili per soddisfare le loro esigenze di sostentamento e il miglioramento della collaborazione con gli attori della cooperazione e sviluppo; (iii) l’assistenza all'istruzione e il sostegno scolastico ai bambini vulnerabili attraverso metodologie alternative e un ampio raggio di azioni; (iv) soluzioni durevoli al problema degli alloggi; (v) interventi preventivi per combattere la malnutrizione acuta; (vi) la promozione del concetto di “recovery” e il rafforzamento della capacità di resilienza attraverso la creazione di nuove opportunità di reddito, gli investimenti in infrastrutture più durature (alloggi , acqua, servizi igienico-sanitari e igiene), il rafforzamento del sistema dei servizi (salute e nutrizione), una maggiore programmazione sulla disabilità e sull’inclusione di genere e la garanzia per le persone di avere accesso agli aiuti.

Il finanziamento richiesto per nove settori di intervento (educazione in presenza di emergenze; distribuzione di prodotti non alimentari utili per lo stoccaggio di acqua e sanificazione (NFI); sicurezza alimentare e agricoltura; salute; nutrizione; protezione; WASH; trasporto aereo; coordinamento) è di 1,131 miliardi di dollari per 14 milioni di persone in stato di bisogno e 11.1 milioni di beneficiari dei progetti.  Inoltre, il nuovo HRP va ad integrare il Refugee Response Strategy Plan nei programmi del governo per garantire a circa 72.465 rifugiati in Afghanistan l’immediato accesso agli alloggi, agli alimenti, ai servizi WASH e all’assistenza sanitaria. L’HRP si impegna poi a migliorare il monitoraggio, il senso di responsabilità collettiva e i meccanismi di feedback attuando nuove procedure di controllo e la strategia dell’Accountability on Affected Population (AAP) ma anche monitorando la necessità di adottare dei piani tematici di preparazione alle emergenze a livello nazionale nel 2020.

 

Per saperne di più:

https://www.humanitarianresponse.info/sites/www.humanitarianresponse.info/files/documents/files/afg_hrp_2020_revision_june_2020.pdf

 

Autore: Mery Ana Farida; Editor: Sara Gorelli; Traduzione: Silvia Luminati

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