La fine della sofferenza dei civili- La Legge sul disarmo umanitario

Il trattato sulla messa al bando delle mine del 1997 è stato un accordo umanitario di disarmo innovativo. Il trattato sulla messa al bando delle mine del 1997 è stato un accordo umanitario di disarmo innovativo. © Flickr - Jill Davis 2014

Un recente rapporto ha evidenziato il progressivo passaggio alla legge sul disarmo umanitario nel 21 ° secolo, con l'eliminazione della sofferenza umana come suo obiettivo principale.

Se i primi approcci sul disarmo ed i relativi trattati si erano concentrati sugli obiettivi di sicurezza degli Stati facenti parte, gli accordi sul disarmo più recenti hanno spostato la loro attenzione sugli obiettivi umanitari. Questo approccio mira a stabilire divieti sull'uso attuale e futuro di particolari tipi di armi, includendo anche requisiti per misure correttive che riducano gli effetti dell’uso che ne è stato fatto in passato.

La storia della legge sul disarmo mostra i progressi graduali compiuti in ambito umanitario.

Gli approcci sulla sicurezza e sul disarmo, che si sono concentrati sulle minacce esterne delle armi agli stati, in particolare da altri stati, sono stati la ragione dei primi trattati sul disarmo. Questi trattati miravano a vietare l'uso e la produzione di alcuni tipi di armi e aspiravano alla distruzione delle scorte esistenti. Questi accordi mirano ad aumentare la sicurezza esterna degli stati senza avvantaggiare alcuno stato rispetto ad un altro. Esempi di questi tipi di trattati includono la Convenzione sulle armi biologiche del 1972 e la Convenzione sulle armi chimiche del 1993, concepiti in modo significativo nell'ambiente della Guerra Fredda.

I trattati, come la Convenzione sulle armi convenzionali del 1980 (CCW), possono essere classificati come accordi di disarmo ibrido. Questi patti stabiliscono restrizioni alle armi, con lo scopo precipuo di proteggere la sicurezza degli Stati, ma cercano anche di ridurre al minimo le sofferenze degli individui. I trattati ibridi possono proibire l'uso di armi specifiche e includere anche disposizioni umanitarie, come il divieto di attacchi in aree popolate.

La fine della Guerra Fredda ha portato ad un clima diverso nelle relazioni internazionali. Ciò si è tradotto nei processi che hanno portato agli accordi sul disarmo, che sono diventati più indipendenti e più inclusivi. La sicurezza esterna degli stati ha cessato essere l’obiettivo più importante. I molteplici strumenti giuridici progettati per ridurre la sofferenza delle persone durante i periodi di guerra - gli accordi umanitari di disarmo - sono stati la nuova area di maggiore interesse, il primo dei quali è stato il Trattato sulla messa al bando delle mine del 1997.

Questo trattato è stato concordato al di fuori dell'ambito ristretto dei negoziati ONU, con la società civile che è stata la forza trainante dietro la garanzia di un accordo tra gruppi di stati che condividono la stessa linea. L'accordo conteneva misure preventive, come il divieto di produzione e stoccaggio, ma contemplava anche misure di risanamento. Il trattato conteneva protocolli per la rimozione di mine inesplose e assistenza medica per le vittime delle stesse. Comprendeva anche misure per la cooperazione internazionale sulla sua attuazione. Gli Stati contraenti offrirebbero assistenza ad altri Stati per aiutarli a rispettare gli obblighi del trattato, prevedendo meccanismi di risoluzione delle controversie basati sulla consultazione.

Il Trattato sulla messa al bando delle mine potrebbe essere stato una svolta umanitaria, ma alla fine del XXI secolo ancora non era chiaro se questo dovesse essere un accordo unico, o il segnale di una nuova era nella legge sul disarmo. Il protocollo V della CCW sui residuati bellici inesplosi, concordato dagli Stati contraenti della convenzione nel 2003, ha dimostrato crescenti preoccupazioni umanitarie sull'uso delle armi relativamente agli accordi sul disarmo, sebbene quest’ultimo possa ancora essere considerato uno strumento ibrido. La Convenzione sulle munizioni a grappolo del 2008 (CCM), un vero accordo di disarmo umanitario, ha suffragato il fatto che questo tipo di trattato era parte consolidata e in evoluzione del diritto internazionale. Il CCM ha attualmente 108 firmatari, tra cui 68 Stati.

  Per il futuro, diplomatici e membri della società civile stanno cercando di applicare il modello stabilito nel CCM ad altri tipi di armi, piuttosto che quello stabilito dalla Convenzione sulle armi convenzionali. Ciò potrebbe includere qualsiasi accordo futuro su armi esplosive in aree popolate, munizioni incendiarie ed eventualmente, armi nucleari. Così come afferma il rapporto: "Queste discussioni mostrano che il disarmo umanitario costituisce un approccio esistente per porre fine alla sofferenza dei civili, che può essere adattato alle nuove armi e coinvolgere con il passare del tempo".

 

Per saperne di più, visita:

http://hrp.law.harvard.edu/wp-content/uploads/2013/08/04_docherty_neu-FINAL.pdf

 

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