Il 2019 e la Crisi Umanitaria Globale

Bambina mentre mangia spazzatura e cibo sprecato  Bambina mentre mangia spazzatura e cibo sprecato © Nation of Change

Il presente articolo costituisce una presentazione del Rapporto intitolato "Global Humanitarian Overview", pubblicato dall'Ufficio delle Nazioni Unite per il Coordinamento degli Affari Umanitari (OCHA) nel 2019.

Sarà ancora una volta la guerra a costituire il principale motore degli aiuti umanitari per tutto il 2019. Nonostante i numerosi progressi effettuati in termini di sviluppo globale, infatti, oltre 120 milioni di persone ogni anno si trovano in situazioni di conflitto e hanno urgente bisogno di assistenza e protezione. Le crisi umanitarie sono aumentate, coinvolgono un numero maggiore di persone rispetto ai decenni precedenti e durano più a lungo. Povertà, disuguaglianza (soprattutto di genere), estremismo violento, crescita della popolazione, urbanizzazione, insicurezza alimentare, disastri naturali e cambiamenti climatici stanno erodendo la resilienza delle persone, rendendole più fragili e vulnerabili.

Come tristemente riportato da Mark Lowcock, Sottosegretario Generale delle Nazioni Unite per gli Affari Umanitari e Coordinatore delle Emergenze, "lo scorso anno [...] ho incontrato genitori disperati che non sapevano da dove sarebbe giunto il prossimo pasto per i propri figli. Ho visto famiglie costrette a fuggire dalle loro case e a camminare per settimane alla ricerca di sicurezza e riparo dai conflitti armati o dalle persecuzioni. Ho incontrato sopravvissuti a disastri naturali le cui case e mezzi di sostentamento sono stati distrutti. E ho conosciuto persone che in qualche modo sono riuscite a sopravvivere ai più brutali orrori della guerra e che continuano a nutrire speranza per la pace e per un futuro migliore".

In un simile scenario, il Rapporto “Global Humanitarian Overview del 2019” vuole, per la prima volta, non solo fornire un'analisi di quante persone oggi hanno bisogno di assistenza umanitaria, ma offrire altresì una spiegazione più chiara del perché.

Secondo le statistiche, alla fine del 2017, la guerra, la violenza e le persecuzioni hanno sradicato 68,5 milioni di uomini, donne e bambini in tutto il mondo, rappresentando il numero più alto mai registrato. Milioni di rifugiati e richiedenti asilo sono stati costretti a lasciare i propri paesi per sfuggire ai conflitti e alle persecuzioni. L'aumento degli sfollamenti forzati non rappresenta, tuttavia, il risultato di un aumento dei conflitti, ma costituisce una conseguenza del loro maggiore impatto sulla popolazione civile. In effetti, la percentuale di violenza è più alta di prima e i conflitti hanno maggiori probabilità di causare perdita di vite umane, sofferenza, distruzione e sfollamento.

In quasi tutti i paesi colpiti dai conflitti armati, malattie ed epidemie, quali il colera, associate alla mancanza di acqua, servizi igienici e servizi sanitari, stanno causando malnutrizione e contribuendo a decessi continui.

Su un altro fronte, il conflitto e l'estremismo violento, con la conseguente proliferazione delle armi, la deportazione di massa e il collasso dello stato di diritto, sta innescando meccanismi di violenza sessuale, tra i quali lo stupro, la schiavitù sessuale e il matrimonio forzato. Si stima che almeno una donna rifugiata su cinque abbia subito violenza sessuale e riportato almeno uno dei suoi effetti, tra i quali traumi, stigma, povertà, malattie e gravidanze indesiderate. È probabile tuttavia che i numeri reali siano molto più elevati, essendo purtroppo i dati concernenti la violenza sessuale e di genere sporadici e difficili da rintracciare, con incidenti molto spesso sottostimati. Laddove invece le prove sono disponibili, si riscontra una preoccupante tendenza alla violenza sessuale impiegata come tattica di guerra.

Ad aggravare un simile contesto, gli stessi operatori umanitari e medici, per quanto protetti dal diritto internazionale umanitario, vengono regolarmente resi oggetto di attacco. Si registrano aggressioni, ferimenti, uccisioni o rapimenti nella linea del dovere, e tutto ciò impedisce loro di fornire assistenza e protezione.

Complessivamente, l'assistenza umanitaria costituisce una vitale ancora di salvezza, ma non è sufficiente a ridurre il bisogno umanitario. Sforzi maggiori per la prevenzione e la risoluzione dei conflitti sono della massima priorità, così come lo sviluppo anticipato e più rapido per ridurre la vulnerabilità e aiutare le persone a diventare più resilienti. A tal fine, intelligence integrata, analisi delle minacce e dei rischi, processi di pianificazione rafforzati e risposte repentine stanno diventando sempre più fondamentali (per maggiori informazioni su questo argomento, leggi l'articolo "L'importanza dell’Intelligence nella Protezione dei Civili").

Poiché il 2019 segnerà il 70° anniversario delle Convenzioni di Ginevra, raggiungere un maggiore rispetto del diritto umanitario internazionale costituirà un tema costante di moltissimi eventi ed incontri durante l'anno.

 

Scritto da Federica Pira

 

Per maggiori informazioni, visitare:

https://www.unocha.org/global-humanitarian-overview-2019

 

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