Ridurre i danni ai civili nelle Operazioni della Coalizione Multinazionale

Soldati NATO impegnati nella missione ISAF fanno ritorno a una base operativa dopo una pattuglia di sicurezza a Kapisa, in Afghanistan. Soldati NATO impegnati nella missione ISAF fanno ritorno a una base operativa dopo una pattuglia di sicurezza a Kapisa, in Afghanistan. © ISAF

Questa è la presentazione del report “La Somma di Tutte le Parti” pubblicato dal CIVIC (Center for Civilians in Conflict) a Gennaio 2019.

Il CIVIC ha pubblicato un report il 23 gennaio 2019 dal titolo “La Somma di Tutte le Parti: Ridurre i danni ai civili nelle Operazioni della Coalizione Multinazionale.” Le operazioni multinazionali, incluse quelle condotte da alleanze permanenti e coalizioni ad-hoc, sono un aspetto fondamentale della politica di sicurezza. Tuttavia, queste operazioni di sicurezza hanno spesso delle conseguenze che incidono sulla capacità di prevenire e affrontare i danni ai civili. Il report è stato realizzato per esaminare ulteriormente il significato di queste conseguenze e fornire indicazioni per mitigare i danni. Il report si basa su interviste, ricerche di letteratura secondaria e pubblicazioni militari statunitensi. Nello specifico, sono state condotte venti interviste con analisti civili, rappresentanti di organizzazioni internazionali e organizzazioni non governative, personale del governo statunitense e militari.

Il CIVIC utilizza la definizione militare statunitense di operazione multinazionale, intesa come “operazione condotta da forze armate di due o più nazioni, solitamente svolta all’interno della struttura di una coalizione o alleanza” in questo contesto. La coalizione si riferisce a un accordo specifico incentrato su un’unica minaccia, come l’Operazione Inherent Resolve (OIR) contro lo Stato Islamico in Iraq e in Siria, invece l’alleanza si riferisce a un accordo formale basato su obiettivi di sicurezza a lungo termine come l’Organizzazione del Trattato dell’Atlantico del Nord. Le coalizioni multinazionali si caratterizzano per la loro unicità e complessità, per cui le operazioni intraprese possono aumentare il rischio del danno ai civili.

A titolo d’esempio, le nazioni delle coalizioni multinazionali non lasciano mai piena autonomia ai comandanti stranieri sui loro eserciti; di fatto, gran parte delle coalizioni multinazionali prevedono due catene di comando. Ogni decisione deve essere approvata dal comandante multinazionale e dal comandante di ogni singola nazione. Quindi, durante il processo decisionale si possono riscontrare divergenze di opinioni come pure consensi unanimi, con la conseguente diminuzione della capacità di prevenire o far fronte al danno ai civili. É il caso dell’operazione Forza Alleata in Kosovo, dove le nazioni della coalizione si erano trovate in disaccordo circa “i livelli accettabili del danno ai civili.” Ciò ha spinto gli Stati Uniti a elaborare un processo indipendente per organizzare gli scioperi. Allo stesso modo, quando i membri di una coalizione definiscono per proprio conto le condizioni sotto le quali può essere impiegata la forza attraverso le Regole di Ingaggio per le forze militari (ROE), possono insorgere limitazioni nazionali, confusione e frustrazione tra i membri delle nazioni delle coalizioni. In aggiunta, il ROE delle Nazioni Unite prevede l’uso della forza contro i civili per ragioni di autodifesa.

Nel report viene riconosciuto come alcune coalizioni abbiano fatto progressi nel processo di indagine e valutazione del danno ai civili. Per esempio, la missione NATO della Forza Internazionale di Assistenza alla Sicurezza (ISAF) in Afghanistan ha previsto nel 2009 la formazione di Squadre Congiunte di Valutazione degli Incidenti per indagare sui resoconti di morti e vittime civili. Per di più, le coalizioni multinazionali sono ostacolate dalla mancanza di trasparenza e riluttanza di riconoscimento delle responsabilità nel far fronte e ridurre gli episodi di danno ai civili. Il report si conclude con una lista di 16 indicazioni per “le attuali e future coalizioni e per gli stati membri.” Tra le raccomandazioni, il CIVIC enuncia le seguenti: le coalizioni e gli stati debbano includere procedure di attenuazione dei rischi ai civili nell’addestramento del ROE standardizzato; centralizzare le richieste di danno ai civili; standardizzare le procedure per valutare i report di incidenti con vittime civili da parte di terzi; creare una politica di divulgazione del danno ai civili che sia unificata; stabilire fondi per fare ammenda ai civili colpiti dalla violenza. Inoltre, il CIVIC invita la NATO ad adottare le Linee Guida delle Vittime Civili Non-Vincolanti come politica permanente in Afghanistan.  

 

Versione originale del report disponibile qui:

https://civiliansinconflict.org/publications/research/the-sum-of-all-parts/

 

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