Rapporto del Segretario Generale dell’ONU su Bambini che vivono in situazioni di Conflitto Armato in Myanmar

Una giovane donna Rohingya in un campo di accoglienza rifugiati in Bangladesh Una giovane donna Rohingya in un campo di accoglienza rifugiati in Bangladesh © AFP

Viene presentato a seguire il “Rapporto del Segretario Generale su bambini che vivono in situazioni di conflitto armato in Myanmar,” pubblicato dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, il 29 ottobre 2018.

Il Segretario Generale delle Nazioni Unite ha pubblicato un rapporto sulle violazioni dei diritti umani dei minori, verificatesi in Myanmar, tra il 1 luglio 2017 e il 31 agosto 2018. É il quinto rapporto presentato al Gruppo di Lavoro del Consiglio di Sicurezza sui bambini coinvolti nei conflitti armati, di cui l’ultimo è stato trasmesso a dicembre 2017. Il rapporto è stato condotto sulla base di ricerche su sviluppo politico e sicurezza in Myanmar e di interviste ai rifugiati del Myanmar in Bangladesh. Le interviste sono state verificate conformemente agli standard di controllo delle Nazioni Unite. Attraverso il rapporto, il Segretario Generale intende diffondere la consapevolezza sulle gravi violazioni dei diritti fondamentali dei minori, verificatesi in Myanmar, e fornire indicazioni da sottoporre al Gruppo di Lavoro su bambini che vivono in situazioni di conflitto armato.

Il rapporto è incentrato proprio sulle violazioni verificatesi nel nord dello Stato del Rakhine, un’area del Myanmar al confine con il Bangladesh, dove risiede la minoranza etnica dei Rohingya. Il 25 agosto 2017 l’Esercito per la Salvezza dei Rohingya dell’Arakan ha preso d’assalto le postazioni della polizia di Myanmar e una base militare, con la conseguente reazione immediata delle Forze Armate del Myanmar (Tatmadaw). Questa reazione ha scatenato gli attacchi, che sono poi proseguiti per diversi mesi, e ha portato alla distruzione di interi villaggi dei Rohingya. Alla fine di agosto 2018 circa 706.000 civili, il 90% Rohingya, hanno lasciato il Myanmar e si sono rifugiati in Bangladesh. Inoltre, il Governo di Myanmar ha applicato restrizioni agli spostamenti degli islamici dei villaggi e delle città nel Rakhine centrale.

Nel periodo di riferimento (1 luglio 2017 - 31 agosto 2018), le Nazioni Unite hanno accertato ben 1.166 gravi violazioni sui minori nei distretti di Maungdaw, Buthidaung e Rathedaung. Il rapporto è un’analisi di “sei gravi violazioni” dei diritti umani dei minori in Myanmar. L’Ufficio del Rappresentante Speciale per i Minori e il Conflitto Armato ha definito le violazioni come uccisioni e mutilazioni, violenze sessuali, sfruttamento dei bambini reclutati come soldati, sequestro di minori, attacchi ai danni di scuole e ospedali e negazione dell’accesso umanitario per i minori.

Attacchi organizzati e sistematici contro i Rohingya sono stati orchestrati dal Governo, causando casi di uccisioni e mutilazioni tra i minori. Nei 28 villaggi dei distretti sopra elencati, sono state 220 le vittime. Le forze governative, tra cui polizia e guardia di frontiera, sono ritenuti i responsabili di tutti questi casi accertati. Il 27 agosto 2017, diversi testimoni hanno dichiarato che i soldati Tatmadaw hanno prelevato ragazzi e uomini dalle loro case del distretto di Buthidaung, obbligandoli a rimanere nel gruppo con le mani legate, e uccidendoli uno ad uno. Le Nazioni Unite hanno accertato casi di minori uccisi mentre fuggivano dagli scontri e dagli attacchi.

I Tatmadaw sono ritenuti i responsabili di abusi e violenze sessuali a ragazze e donne in otto casi accertati e due casi attendibili. La vittima più giovane di abuso sessuale aveva dieci anni. Una donna ha riportato che la figlia di 14 anni è stato vittima di violenza sessuale da parte di due soldati Tatmadaw, mentre dieci o più soldati stavano sul posto a guardare, per circa quattro ore. La figlia è stata poi uccisa di fronte a lei.

Secondo quanto riportato nel rapporto, sono 53 i casi accertati di reclutamento forzato di bambini-soldato, con molti casi attribuiti alla polizia di guardia alla frontiera e ai Tatmadaw. La polizia di guardia alla frontiera ha obbligato 47 adolescenti, tra i 10 ai 17 anni, a completare i lavori sul campo, tra cui costruzione, manutenzione, cucina e pulizia. In alcuni casi, gli adolescenti sono stati minacciati, umiliati, multati e obbligati a lavorare tutta la notte. Nel distretto di Buthidaung, le Nazioni Unite hanno accertato lo sfruttamento di adolescenti, tra i 10 e i 18 anni, impiegati nello spostamento di attrezzature militari durante le operazioni.

Riguardo alle ulteriori gravi violazioni - rapimenti di bambini, attacchi contro scuole e ospedali, negazione dell’accesso umanitario per i minori - le Nazioni Unite hanno registrato 11 attacchi a scuole da parte dei Tatmadaw; hanno poi documentato la diffusa scomparsa di bambini e i rapimenti di bambine da parte delle forze armate; hanno riportato la negazione sistematica dell’accesso e dell’assistenza umanitaria nel nord del Rakhine dopo il 25 agosto 2017.

É importante notare che il rapporto include anche i casi di bambini non-Rohingya, così come le violazioni attribuite alle forze non-governative. Per esempio, in un rapporto attendibile si accusa l’Esercito per la Salvezza dei Rohingya dell’Arakan per la morte di 99 indù, tra cui bambini.

In luce dei risultati del rapporto, il Rappresentante Speciale del Segretario Generale delle Nazione Unite esorta il Governo di Myanmar a consentire il libero accesso agli operatori umanitari e a una task force nelle zone colpite dal conflitto. In più, si chiede al Governo di avviare un’indagine credibile per denunciare le gravi violazioni. Il Rappresentante Speciale esorta i gruppi armati a cessare l’arruolamento forzato dei bambini e riconoscere i gruppi armati non statali responsabili delle gravi violazioni dei diritti umani dei minori.

 

La versione originale del report è disponibile qui: https://documents-dds-ny.un.org/doc/UNDOC/GEN/N18/346/32/pdf/N1834632.pdf

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