Venezuela e la repressione dei dissensi

Forze di sicurezza venezuelane usano cannoni d’acqua sui protestanti di Caracas Forze di sicurezza venezuelane usano cannoni d’acqua sui protestanti di Caracas © HRW/Giovanna Mascetti

Febbraio 2018
A Novembre 2017, Human Rights Watch pubblica un rapporto riguardante la violenza nelle strade e le torture nei tigritos venezuelani.

Il rapporto “Crackdown on dissent. Brutality, Torture, and Political Persecution in Venezuela”, risultato della collaborazione tra Human Rights Watch (HRW) e Penal Forum, presenta l’esito delle ricerche effettuate nel Paese mediante interviste a vittime di violazioni dei diritti umani, ai loro avvocati e a testimoni oculari quali medici professionisti. Ai fini dell'indagine, HRW ha quindi esaminato numerose statistiche, rapporti, e comunicati stampa riguardanti le violazioni dei diritti umani in Venezuela in seguito alla crisi politica del 2017. Inoltre, ha preso in considerazione le dichiarazioni pubbliche del presidente Maduro e dei rappresentanti del suo esecutivo, le affermazioni sui social media e sui quotidiani.

Nell'aprile 2017, la Corte Suprema, controllata dal governo, aveva infatti tentato di privare il ramo legislativo del suo potere. Questa mossa, sostenuta dal governo, scaturì in proteste in tutto il paese e alimentò il malcontento causato dalle politiche del presidente Maduro, il quale rispose con brutalità e violenza a manifestanti e passanti.

Durante le proteste cittadine, le forze di sicurezza usarono come armi cannoni ad acqua, gas lacrimogeni, pallottole, pistole caricate con biglie, vetri rotti o bulloni metallici.

Successivamente, le autorità, ovvero la Guardia nazionale bolivariana e i servizi segreti nazionali bolivariani, hanno detenuto illegalmente migliaia di persone, molte delle quali sono state vittime di abusi, perseguitate in tribunali militari o soggette a procedimenti arbitrari privi di garanzie di regolare processo. In aggiunta, oltre alle forze di sicurezza, gruppi chiamati "colectivos" spesso si comportavano per strada come "paladini" locali, sebbene non autorizzati a compiere alcuna detenzione o arresto.

Gli abusi erano operati con l'intento di punire i detenuti o costringerli a incriminare se stessi o altri. Questi presto si trasformarono in torture vere e proprie attraverso l'attuazione di misure estreme quali scosse elettriche, gravi percosse, sospensioni in posizioni di stress, privazione del sonno, asfissia e abuso sessuale o addirittura stupro. Questi maltrattamenti si svolgevano in piccole e sovraffollate celle di punizione chiamate Tigritos, "piccole tigri", dove i detenuti erano talvolta costretti a mangiare cibo contenente escrementi o ceneri di sigarette.

Le risultanze del documento (coerenti con quelle dell'Ufficio dell'Alto Commissario per i diritti umani) e il numero delle vittime di questi eventi sono scioccanti:

- 88 casi che hanno coinvolto almeno 314 vittime di violazioni dei diritti umani a Caracas e in altri 13 stati;

- 53 casi di abuso fisico e psicologico (con almeno 232 persone coinvolte);

- 28 casi di arresti di oppositori politici, attivisti meno noti o persone collegate all'opposizione;

- 10 agenti di polizia venezuelana morti;

- 5400 o più persone detenute dall'inizio di aprile;

- 3900 persone ancora vittime di procedimenti penali arbitrari;

- 757 o più persone processate da tribunali militari, violando così del diritto internazionale.

Per porre fine alle violazioni dei diritti umani e al silenzio venezuelano, HRW propone diverse raccomandazioni volte a raddoppiare le pressioni internazionali sul governo di Maduro. Queste invitano il Gruppo di Lima, l'Unione Europea e gli stati membri delle Nazioni Unite a imporre sanzioni mirate contro i funzionari venezuelani responsabili degli abusi, a spingere il presidente sudamericano a rilasciare tutte le persone detenute arbitrariamente e a far cadere le accuse politicamente motivate. Allo stesso modo, chiede agli Stati membri della Convenzione Contro La Tortura di esercitare la giurisdizione penale su qualsiasi autorità venezuelana colpevole di tale crimine e chiede al Consiglio Dei Diritti Umani dell'ONU di monitorare la situazione più da vicino, aprendo un'indagine internazionale sulle violazioni dei diritti umani all'interno del paese, in modo da ripristinare anche l'indipendenza giudiziaria nazionale.

Per saperne di più, leggi :

https://www.hrw.org/report/2017/11/29/crackdown-dissent/brutality-torture-and-political-persecution-venezuela

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