Un recente articolo pubblicato da Human Rights Watch mette in luce la gravità degli attacchi con munizioni a grappolo, soprattutto nel 2022, sottolineando il loro divieto a livello internazionale a causa dei danni immediati e a lungo termine, dovuti ai resti inesplosi. Le munizioni a grappolo possono essere sparate da diverse piattaforme, distribuendo submunizioni su un'ampia area. Queste submunizioni spesso non esplodono inizialmente, costituendo una minaccia a lungo termine simile alle mine antiuomo. Nel 2022, il 95% delle vittime delle munizioni a grappolo sono state civili, con un ampio utilizzo in Ucraina da parte della Russia e delle forze ucraine. Anche il Myanmar e le forze governative siriane hanno fatto uso di queste armi. Nessuno di questi paesi è firmatario del trattato internazionale che vieta le munizioni a grappolo.
Un totale di 112 paesi ha ratificato la Convenzione sulle munizioni a grappolo del 2008 e altri 12 l’hanno solo firmata. Dall'adozione della Convenzione nel 2008, non ci sono stati nuovi casi confermati di uso, produzione o trasferimento di munizioni a grappolo da parte degli Stati firmatari. Inoltre, le parti della Convenzione hanno distrutto una grande quantità di munizioni a grappolo e submunizioni dichiarate.
Il rapporto Cluster Munition Monitor, che monitora gli sforzi globali per l’eliminazione delle munizioni a grappolo, ha riportato vittime dai resti inesplosi di attacchi precedenti nel 2021 e nel 2022 si sono verificate ulteriori vittime da resti in varie zone di conflitto, di cui una buona parte bambini. Il testo mette in evidenza l'uso delle munizioni a grappolo da parte della Russia in Ucraina e la controversa decisione degli Stati Uniti di trasferire tali armi all'Ucraina nel 2023. Numerosi leader governativi hanno criticato questa mossa.
Ad oggi, l'ostacolo principale nell'eliminazione di tali armi sono proprio i paesi che rifiutano di aderire al trattato. Tuttavia, è bene sottolineare che i paesi che ne vietano l’uso stanno facendo progressi nella distruzione delle scorte e nella rimozione delle aree contaminate. È stata enfatizzata l'urgente necessità etica, legale e umanitaria che tutti i paesi aderiscano al bando internazionale delle munizioni a grappolo, dato che queste armi continuano a colpire i civili, anche 15 anni dopo essere state vietate.
Per saperne di più:
https://www.hrw.org/news/2023/09/05/cluster-munitions-new-use-transfers-challenge-total-ban
https://news.un.org/en/story/2023/09/1140382
https://www.hrw.org/news/2023/06/29/cluster-munitions-and-impact-international-law
di Chiara Cacciatore