La decisione di lasciare l’Afghanistan a piedi, attraversare Iran e Turchia alla volta dell’Europa – con 250 dollari, una sacca di tela e il sogno di un futuro migliore – rappresenta un accurato esame etnografico. Più di un milione di persone, di cui quasi un quarto afgani, solo nel 2015, hanno lasciato la propria terra tentando di ottenere asilo in Europa.
Fra di loro c’è Akbar, un giovane afgano che ha lasciato Kabul nel giugno del 2015; tremesi, 7000 km e 7.000 dollari dopo è arrivato a Francoforte in Germania. All’inizio del maggio del 2016 aspetta ansiosamente una risposta alla sua richiesta di asilo in un ostello per rifugiati. Questo articolo ripercorre la storia della sua famiglia partendo dal conflitto afghano-sovietico circa quarant’anni fa e descrive i costi sostenuti e gli abusi subiti da Akbar in viaggio verso l’Europa.
In conclusione: quattro decenni di guerre condizionano il modo in cui oggi gli afgani valutano la situazione attuale e le opportunità future; inoltre, dopo l’enorme tributo fisico, emotivo e finanziario del viaggio stesso, i respingimenti e i rimpatri dei richiedenti asilo rischiano di accrescere il numero dei vulnerabili al contesto già instabile del Paese.