Human Rights Watch (HRW) ha documentato che le forze Talebane hanno depredato e messo a fuoco le abitazioni civili nella città di Bagh-e Sherkat –situata nell’Afghanistan settentrionale-, costringendo i residenti ad evacuare e fuggire. In seguito agli attacchi, è stato stimato che circa 600 famiglie abbiano abbandonato la città, cercando riparo o a Taloqan, 70 miglia ad est, o a Faizabad, 230 miglia ad est. Sebbene i Talebani abbiano negato di essere responsabili di questi crimini, HRW sottolinea come questi attacchi ai danni dei civili abbiano l’obiettivo di impaurire e minacciare coloro che abbiano presumibilmente prestato supporto al governo durante le ostilità.
Da quando gli Stati Uniti hanno ritirato le proprie truppe dal paese nel 2021, il conflitto tra i Talebani e le forze governative afgane si è intensificato, sfociando spesso in violenti attacchi contro civili innocenti. HRW riporta che diverse centinaia di persone (compresi giornalisti e magistrati) sono stati uccisi e feriti da attacchi indiscriminati perpetrati sia dai ribelli sia dalle forze di Stato. In più, in tutte le province in cui le forze talebane hanno preso il sopravvento, i diritti delle donne e la libertà di espressione sono stati severamente limitati, determinando ulteriori violazioni del Diritto Internazionale Umanitario.
Consapevole di questo scenario, la Corte Penale Internazionale sta attualmente valutando se intraprendere un’investigazione ufficiale sui crimini di guerra commessi durante il conflitto da entrambe le parti belligeranti. L’accertamento delle responsabilità per queste infrazioni delle leggi di guerra è fondamentale per porre fine all’impunità e per far sì che tali atrocità non vengano ripetute in futuro, contribuendo a rafforzare la salvaguardia delle persone che vivono in Afghanistan.
Fonti:
https://www.hrw.org/news/2021/07/07/afghanistan-taliban-forcibly-displace-civilians
https://www.hrw.org/news/2020/03/05/icc-greenlights-afghanistan-investigation
https://www.hrw.org/asia/afghanistan
Autore: Gianpaolo Mascaro; Editore: Jasmina Saric