Come riportato da Reuters, la sicurezza della centrale nucleare più grande d’Europa a Zaporizhzhia, in Ucraina, rimane precaria in seguito agli attacchi di droni avvenuti la scorsa settimana. Le aggressioni sono state registrate come le peggiori dal novembre 2022, e le potenze globali hanno lanciato un allarme di un possibile incidente nucleare.
Durante il Consiglio di Sicurezza, il capo dell’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica (IAEA), Rafael Grossi, ha incoraggiato a interrompere gli attacchi sull’impianto nucleare in quanto potrebbe costituire un importante rischio per la sicurezza europea. Secondo il capo della IAEA è necessario ridurre al minimo il rischio di una catastrofe, in quanto questi attacchi potrebbero rappresentare l’inizio di una nuova e pericolosa fase della guerra che interesserebbe tutta la popolazione europea.
Come riporta UN News, la presenza costante del personale IAEA alla ZNPP, come in tutte le altre centrali nucleari in Ucraina, ha fatto sì che si effettuasse il raffreddamento di tutti e sei i reattori dell’impianto per la prima volta dalla fine del 2022, un’operazione che è stata a lungo raccomandata dall’Agenzia Atomica, e che ha migliorato la sicurezza complessiva della struttura.
La situazione rimane estremamente fragile, e in caso di fuga di radiazioni o di un’esplosione, l’intero continente europeo potrebbe essere contaminato. Nel frattempo Mosca e Kiev continuano ad accusarsi a vicenda, non affrontando le possibili cause di un disastro nucleare.
Secondo quanto riportato da Al Jazeera, l’utilizzo della centrale di Zaporizhzhia ha avuto un ruolo centrale nella guerra in Ucraina, in quanto la struttura è stata oggetto di attacchi dall’inizio del conflitto, ed è stata utilizzata più volte come strumento per diffondere “terrorismo nucleare” da entrambe i paesi contendenti, come parte integrante di una guerra di informazione.
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