L'ONU invita alla moderazione dopo le violenze alla moschea di Al-Aqsa

Visuale della moschea Al-Aqsa, Monte Majid, visitata da circa 600.000 fedeli durante il sacro mese del Ramadan Visuale della moschea Al-Aqsa, Monte Majid, visitata da circa 600.000 fedeli durante il sacro mese del Ramadan Umme Salma via Pixabay

Dopo le violenze alla moschea di Al-Aqsa, l'ONU chiede il rifiuto della violenza e il rispetto della sicurezza nei luoghi sacri

In seguito alla violenta incursione delle forze di polizia israeliane nella moschea di Al-Aqsa, le Nazioni Unite chiedono moderazione, dichiarandosi sconvolte dalle immagini di violenza all'interno del luogo sacro. Il 5 aprile, durante il mese sacro del Ramadan, le forze israeliane hanno sparato granate stordenti e gas lacrimogeni sui fedeli palestinesi all'interno della Moschea di Al-Aqsa, picchiando e arrestando più di 350 civili. In risposta, i militanti palestinesi di Hamas nella Striscia di Gaza hanno lanciato razzi contro Israele. 

La Moschea di Al-Aqsa è considerata il terzo sito più sacro dell’Islam, e si trova nell’area Est di Gerusalemme, territorio conteso tra Israele e Palestina. Un simile atto di violenza, che si verifica in un periodo che dovrebbe essere di pace per eccellenza secondo la religione islamica e che ha come bersaglio uno dei principali luoghi sacri dell'Islam, ha provocato sconcerto nella comunità internazionale. Presso la sede delle Nazioni Unite, durante un briefing con la stampa, il Segretario Generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres ha espresso il suo sgomento, ribadendo che il periodo del Ramadan "dovrebbe essere un tempo di pace e non di violenza". Wennesland, coordinatore speciale delle Nazioni Unite per il processo di pace in Medio Oriente, ha rilasciato una dichiarazione in cui esorta le autorità israeliane e palestinesi a dar prova di moderazione, condannando inoltre l’uso e il mantenimento da parte dei palestinesi di fuochi d'artificio e pietre all'interno della moschea.

Un'altra delicata questione su cui l'ONU ha posto l'accento è la sicurezza nei luoghi sacri, affermando che i luoghi di culto dovrebbero essere destinati a una “riflessione religiosa sicura e pacifica", e invitando tutti i leader politici, religiosi e comunitari "a respingere le istigazioni, la retorica infiammatoria e le azioni provocatorie".

Violenze simili si sono già verificate durante il mese sacro del Ramadan nel 2021 e nel 2022, aggiungendosi alla violenza quotidiana sotto l'occupazione israeliana. Queste attività hanno innescato un ciclo di ostilità che mette in pericolo i civili su entrambi i lati della Linea Verde. Francesca Albanese, relatrice speciale delle Nazioni Unite sulla situazione dei diritti umani nei Territori palestinesi occupati, ha dichiarato che, per mantenere la sicurezza nel territorio, è imperativo che tutte le parti aderiscano al diritto internazionale, senza alcuna eccezione. In caso contrario, verrà promossa e mantenuta una cultura di ingiustizia e impunità.

 

Per saperne di più:

https://news.un.org/en/story/2023/04/1135382

https://unsco.unmissions.org/statement-un-special-coordinator-middle-east-peace-process-tor-wennesland-situation-jerusalem

https://www.ohchr.org/en/press-releases/2023/04/israel-un-expert-condemns-brutal-attacks-palestinians-al-aqsa-mosque



di Chiara Cacciatore

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