In seguito alla firma dell’accordo di pace tra gli Stati Uniti e i talebani lo scorso febbraio, 34 negoziatori hanno avviato per la prima volta delle discussioni tra il governo afgano e i Talebani per una potenziale pace a Doha (Qatar). Anche se l’iniziale stallo è stato superato grazie alla volontà reciproca di finire la guerra, le sostanziali divisioni storiche, religiose, ideologiche e sul ruolo che gli Stati Uniti debbano giocare in queste trattative, unite ad una profonda sfiducia reciproca, rendono dubbio il successo di queste discussioni.
Contemporaneamente, in Afghanistan le tensioni stanno aumentando, con attacchi reciproci e diverse vittime civili. Come riporta AOAV, dall’inizio delle trattative 304 persone sono state uccise da ordigni esplosivi improvvisati (IEDs), numeri che non si registravano dal 2010. Il 3 ottobre un’autobomba è esplosa nei pressi della sede centrale dell’autorità regionale del Nangarhar, uccidendo 15 persone e ferendone 40, con l'obiettivo di rompere le difese del palazzo e permettere agli assalitori di entrare. Due giorni dopo, si è verificato un attentato alla vita del governatore del Mehtar Lam e, sebbene quest’ultimo ne sia uscito incolume, l’azione ha portato alla morte di quattro guardie del corpo e quattro civili, oltre a 28 feriti.
Gli attacchi non sono stati rivendicati e le parti si accusano a vicenda. Indipendentemente dalle motivazioni, AOAV ha lanciato un appello ai negoziatori a Doha per tenere sempre in considerazione l’effetto che le loro trattative hanno sui civili, richiedendo misure adeguate a garantire la loro sicurezza.
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https://www.bbc.com/news/world-asia-54255862
Autore: Matteo Consiglio; Editor: Margherita Curti
