Kashmir: la violenza di genere tra repressione e pandemia

Donna kashmira che protesta contro le misure restrittive indiane nella regione, agosto 2019 Donna kashmira che protesta contro le misure restrittive indiane nella regione, agosto 2019 Masrat Zahra/TNH

09 luglio 2020

Dopo un anno di legge marziale e restrizioni dovute al COVID-19, diventa sempre più difficile cercare aiuto per le donne kashmire soggette a violenze

In seguito alle proteste di agosto 2019, il governo indiano ha revocato l’autonomia al Kashmir e imposto la militarizzazione dell’area con limitazioni a circolazione, comunicazioni e aggregazioni. Per questa ragione, con l’inizio della pandemia e l’espansione delle preesistenti misure restrittive, si è registrato un significativo incremento delle violenze domestiche.

Oggi le donne kashmire devono simultaneamente affrontare gli effetti della pandemia e della legge marziale. La perdita del lavoro e il lockdown ha comportato per molti uomini frustrazione e confinamento nell’ambiente domestico. In aggiunta, con lo scioglimento delle autorità autonome locali, il principale organo per la protezione contro la violenza domestica - la Commissione dello stato di Jammu e Kashmir per le Donne - ha dovuto sospendere la sua attività. L’assenza di quest’organo, l’inefficacia e riluttanza del governo centrale e l’impossibilità per le cliniche e le forze dell’ordine di affrontare il problema per mancanza di preparazione e risorse, ha fatto sì che le vittime si trovassero senza mezzi di tutela. In aggiunta, non è neanche possibile chiedere aiuto a familiari o alla società civile a causa delle misure imposte dal governo indiano per garantire la sicurezza del territorio.

Ciononostante, delle forme di protesta si sono comunque concretizzate. In contrasto alle norme indiane, si sono svolte manifestazioni per strada, sono stati realizzati graffiti sui muri e network di comunicazione, supporto e organizzazione sui social media. Diverse vittime hanno inoltre provato a contattare direttamente i politici ed ex-membri della Commissione per le Donne, ma finché non sarà fisicamente possibile agire sul territorio queste azioni rimarranno vane, rendendo difficile la protezione e salvaguardia delle vittime.

 

Per saperne di più:

https://www.thenewhumanitarian.org/news-feature/2020/07/09/Kashmir-women-violence-coronavirus

https://www.aljazeera.com/indepth/features/women-biggest-victims-inhumane-siege-190820122327902.html

https://www.thenewhumanitarian.org/photo-feature/Kashmir-military-conflict-violence-women

https://thewire.in/rights/kashmir-social-media-child-abuse-sexism

 

Autore: Matteo Consiglio; Editor: Margherita Curti

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