Il piano illegale: Israele e le annessioni

 Un manifestante israeliano regge uno striscione di protesta contro il piano di pace statunitense, Gerusalemme, 15 maggio Un manifestante israeliano regge uno striscione di protesta contro il piano di pace statunitense, Gerusalemme, 15 maggio Emmanuel Dunand/AFP

29 giugno 2020

Le Nazioni Unite prendono posizione sul piano di Israele: “L’annessione è illegale. Punto.”

L’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Diritti Umani, Michelle Bachelet, ha dichiarato illegale il piano di annessione israeliano il 29 giugno. Il momento in cui è stata rilasciata tale dichiarazione è particolarmente rilevante in quanto Israele potrebbe procedere a un’implementazione parziale del piano per il Medio Oriente proposto dagli Stati Uniti a partire dal 1 luglio. 

Questa data è stata decisa a seguito di un accordo fra il partito Likud e il partito Blu-Bianco, guidati rispettivamente da Netanyahu e Gantz, riuniti in una coalizione di governo da fine aprile 2020. Il piano proposto dagli Stati Uniti ha contribuito in maniera sostanziale a spianare la strada all’annessione di territori chiave nella West Bank già soggetti a occupazione. Il piano presentato da Trump a gennaio marca una discontinuità con la posizione tradizionale dell’amministrazione statunitense rispetto alla questione israelo-palestinese in quanto autorizza Israele all’incorporazione degli insediamenti nella West Bank. Resta il fatto che il governo israeliano non è coeso sulle annessioni dal momento che Gantz ha affermato di voler aspettare fino al contenimento del coronavirus prima di avviare il piano. Come sottolineato in passato dai Commanders for Israel’s Security, l’annessione porterebbe quasi inevitabilmente a conseguenze pericolose per Israele e a un’occupazione della West Bank e di Gaza. Inoltre, questo metterebbe a rischio le relazioni fra Israele, i suoi vicini e le potenze regionali mediorientali. L’annessione renderebbe impossibile il prosieguo dei negoziati fra Israele e Palestina e quindi minerebbe alla base della soluzione a due stati riconosciuta dalla comunità internazionale. A quel punto, il desiderio di Israele di definirsi come stato ebraico sarebbe realizzabile solo impedendo alla popolazione palestinese di godere degli stessi diritti riconosciuti agli Israeliani, rinunciando di fatto alla natura democratica dello stato israeliano. Anche in un orizzonte temporale di breve periodo, l’annessione darebbe adito a ulteriori violazioni dei diritti umani, limitando la libertà di movimento dei Palestinesi, espropriandoli delle loro proprietà e privandoli degli aiuti umanitari così come dell’accesso a diritti essenziali, quali l’educazione e la salute. 

Le ondate di shock prodotte dal piano di annessioni sono un’importante fonte di preoccupazione, secondo Bachelet, e i Palestinesi incorreranno nel rischio di trasferimenti forzati mentre gli insediamenti prenderanno ancor più piede, nonostante questi siano condotti in violazione del diritto internazionale. Di conseguenza, a prescindere dalla portata delle annessioni in termini territoriali, l’effetto di tali azioni sarebbe disastroso e proprio in virtù di questo pronostico l’Alto Commissario per i Diritti Umani ha sollecitato Israele affinché non proceda nell’implementazione del piano di annessioni.

 

Per saperne di più:

https://www.aljazeera.com/news/2020/06/michelle-bachelet-israel-annexation-plans-illegal-200629110256674.html

https://foreignpolicy.com/2020/04/23/netanyahus-annexation-plan-is-a-threat-to-israels-national-security/

https://www.bbc.com/news/world-middle-east-52756427

 

Autore: Giulia Azzarone

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